L’odierna via Giovanni Marchetti venne istituita come semplice via Marchetti nell’ottobre 1870 in memoria dei due illustri membri della famiglia Marchetti, lo scienziato e letterato Alessandro Marchetti (1633-1714), originario di Pontorme e famoso traduttore del De rerum natura di Lucrezio, e il vescovo Giovanni Marchetti (1753-1829), empolese e strenuo difensore dell’ortodossia cattolica contro le posizioni riformiste del vescovo giansenista Scipione de’ Ricci (ASCE, Postunitario, Deliberazioni del consiglio I/4, 29 ottobre 1870).
Autore: Elisa Boldrini
Le porte degli antichi circuiti murari
La ‘terra murata’ di Empoli, sin dalla sua fondazione, è stata protetta da un circuito murario che è stato ricostruito e ampliato più volte nel corso dei secoli. L’entrata e l’uscita dal castrum empolese era garantita da una serie di porte, di cui – come sappiamo – è sopravvissuta, seppur molto danneggiata, soltanto Porta Pisana. Le fonti documentarie consultate hanno permesso di rintracciare numerosi odonimi relativi alle perdute porte delle diverse cerchie murarie che nel tempo hanno circoscritto il centro cittadino: nel passato in mancanza di un definito apparato odonomastico istituzionale, l’individuazione di un luogo o la collocazione di una proprietà era legata, infatti, alla presenza o prossimità di elementi caratterizzanti il tessuto urbano, tra cui – appunto – le porte cittadine.
Intorno a Porta Pisana
Poche sono le tracce ancora visibili dell’ultima cerchia muraria che proteggeva la terra murata di Empoli. Tra queste l’unica porta superstite, delle originarie quattro collocate su ciascun lato del quadrilatero delle mura, è la cosiddetta Porta Pisana. In corrispondenza della porta, posizionata sul versante occidentale della cinta muraria, attraversava la città la via Maestra Pisana o Fiorentina. La sua costruzione fu completata intorno al 1487, insieme a quella di Porta Fiorentina, sotto la supervisione del capomastro Simone di Mariotto da Settignano (V. Arrighi, Fatti e vicende della costruzione delle mura di Empoli 1452-1507, «BSE», VIII, a. XXX, 1986, n. 7-8, pp. 299-334). La struttura originaria, ricostruibile attraverso numerose fonti iconografiche, fu fortemente danneggiata dalle mine tedesche al termine dell’estate del 1944 e ridotta all’attuale rudere, che conserva gli stipiti originari in laterizio con parte dei cardini metallici del portone. Nel XVIII secolo è documentata una via della Porta Pisana [ASFi, Decima (1776): Via della Porta Pisana risulta tra i confinanti della «casa con bottega sotto ad uso di pizzicagnolo» di proprietà del Capitolo della Collegiata di Sant’Andrea di Empoli (5753 c. 166r.)].
L’isolato di piazza del Popolo
L’isolato che ruota intorno all’attuale piazza del Popolo un tempo era conosciuto anche come borgo del Pesco o al Pesco e gravitava intorno all’omonima via contraddistinta dalla presenza, appunto, di una analoga specie arborea. Piccolo quartiere a vocazione artigianale, con numerose attività botteghe e concerie, fu abitato per generazioni da famiglie di origine ebraica. Nel catasto del 1480 sono denunciati due magazzini e una stalla [ASFi, Estimo 250 II parte (1412); ASFi, Catasto 91 e 184 (1427); ASFi, Catasto 1028 (1480)]. L’estimo del 1412 registra una bottega di barbiere al canto al Pesco. Via del Pesco collegava la via dei Frati, ora dei Neri, con via delle Conce, in prossimità delle mura meridionali del castello [ASFi, Catasto 1028 (1480); ASFi, Decima granducale 5173-5176 (1536) registra anche via del Borgo al Pesco; ASCE, Preunitario, Comunità 80, «Descrizione della fogna dietro le monache di S. Domenico […]», 1710; ASFi, Decima (1776): «una parte di stallone posto in Empoli, in Via del Pesco ridotto in oggi da detti Neri in uso di commedie» di proprietà di Ippolito, Giuseppe, Francesco Bolognese del Nero (5755 c. 975v.); V. Chiarugi, Della storia d’Empoli, a cura di M. Bini, Empoli, 1984: «Via del Pesco dentro le mura», p. 35; ASFi, Catasto Generale Toscano, Empoli, sezione D, 1820; ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco delle strade comunali […]», 23 marzo 1868: Via del Pesco: «Da via delle Conce a via S. Agostino»; M. Bini , Un po’ di odonomastica locale in chiave storica, «Empoli», a. 8, n. 2 (1967), p. 50].
Via Francesco Ferrucci
L’attuale via Ferrucci fu istituita come via Ferruccio con delibera della giunta comunale del 10 dicembre 1881 (ASCE, Postunitario, Deliberazioni del consiglio I/56, n. 8) cambiando denominazione alla vecchia via San Benedetto, col proposito di celebrare la figura del condottiero Francesco Ferrucci (Firenze 1489 – Gavinana 1530), commissario della Repubblica fiorentina durante l’assedio delle truppe imperiali di Empoli del 1530, che fu crudelmente ucciso da Maramaldo nella battaglia di Gavinana.
Via dei Neri
Appena fuori del circuito del ‘giro d’Empoli’, via dei Neri rappresenta la principale direttrice viaria dell’area meridionale del centro storico cittadino, dalla parte opposta della parallela via Chiara.
Nel corso dei secoli, il suo nome è stato via via legato alla presenza del complesso conventuale dei frati agostiniani e alle proprietà di importanti famiglie empolesi. La documentazione quattrocentesca [ASFi, Catasto 91 e 184 (1427); ASFi, Catasto 1028 (1480)] attesta la denominazione di via della chiesa dei Frati che si sviluppava, appunto, lungo il fianco settentrionale della chiesa di S. Stefano degli Agostiniani.
Via Chiara
Tra le principali arterie del centro cittadino, parallela a via del Giglio, via Giuseppe Del Papa e via dei Neri, via Chiara è una delle vie che ha conservato con maggior costanza il proprio nome nel corso dei secoli. Attestata nei documenti fin dall’inizio del XV secolo, la via prese forma nel corso del ‘300 come direttrice est-ovest del Borgo Nuovo sorto a Nord del castellare empolese.
W. Siemoni – L’antico volto della piazza (2° parte)
L’altra testimonianza, con la quale vorrei interagire, è appunto il dipinto benedettino. In esso non compare la colonna, forse a causa delle due gigantesche protagoniste che incombono in primo piano: il monumento dovremmo immaginarlo alle nostre spalle e pertanto si offre una visione della piazza soltanto parziale, come sfondo del miracolo, uno sfondo che -contrariamente a quanto supposto – riterrei preciso ed attendibile nel descrivere i principali edifici che si affacciano sul lato orientale della stessa. Come è logico aspettarsi, in posizione preminente notiamo la facciata di sant’Andrea della cui analisi si è già occupato Alessandro Naldi; vorrei qui solo rimarcare come la presenza, anche in questo caso, di una facciata a salienti debba necessariamente porre fine al tormentone sull’aspetto primitivo dell’esterno di sant’Andrea e togliere ogni dubbio a riguardo.
W. Siemoni – L’antico volto di piazza Farinata (1° parte)
La lettura dell’articolo di Elisa Boldrini su piazza Farinata ed i molti nomi da essa assunti nell’arco dei secoli mi induce ad alcune riflessioni su questa parte della città, da sempre fulcro vitale ed a tutt‘oggi in gran parte da studiare e conoscere[1].
Ma che cosa realmente sappiamo su di essa?
Al di là di una certa ricchezza documentaria, anche iconografica, che ci conferma come la sua planimetria sia praticamente restata immutata negli ultimi cinquecento anni, assai poco conosciamo sul primitivo aspetto che la piazza doveva avere, dato che ciò che oggi vediamo è il risultato di interventi in gran parte ottocenteschi i quali ne hanno sensibilmente modificato l’aspetto originario.
Le vie del ‘giro d’Empoli’: via Ridolfi, seconda parte
Prosegue il nostro viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta delle antiche denominazioni di via Ridolfi.
Via San Giuseppe corrispondeva al tratto centrale dell’attuale via Ridolfi, tra l’incrocio con via del Giglio e quello con via Giuseppe Del Papa. Il nome era dovuto alla presenza dell’antico oratorio di S. Giuseppe, nel corso del Sei-Settecento di patronato Bartoloni, poi Figlinesi, andato distrutto nei primi anni del ‘900 (al proposito si veda W. Siemoni, Il Santo Diacono di Francesco di Valdambrino, «Quaderni d’Archivio. Rivista dell’Associazione Amici dell’Archivio Storico», IV, n. 4, 2014, p. 114). La mappa catastale del 1820 annota via S. Giuseppe dalla Porta d’Arno fino all’incrocio con via Ferdinanda, ora G. Del Papa. L’elenco di strade del 1868 (ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco delle strade comunali […], 23 marzo 1868) registra via S. Giuseppe «dalla via Ferdinanda alla via del Giglio».