La città oltre l’antica cerchia muraria: via Roma

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Processione del Corpus Domini, 2° metà del XX secolo, ASCE, Archivio fotografico

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Nel corso dell’ultimo anno abbiamo ripercorso l’odonomastica cittadina riproponendo e ampliando le voci dello stradario storico proposto nel quarto volume dei «Quaderni d’archivio» dell’Associazione Amici dell’Archivio Storico di Empoli (vol. IV, 2014). Il repertorio si era limitato a censire le strade interne all’antico circuito murario empolese: un lavoro sicuramente non esaustivo data la quantità e la complessità delle fonti analizzate, destinato – già nelle intenzioni degli autori – ad essere ampliato con lo studio della toponomastica delle vie al di fuori del centro storico, delimitato dal perimetro delle mura castellane.
A partire da oggi vorremmo avviare un primo studio sui nomi delle strade dei quartieri di più recente edificazione che sono cresciuti intorno al nucleo storico dell’antica Empoli, nella speranza di veder accresciuto questo nostro repertorio toponomastico empolese anche con l’aiuto e i suggerimenti dei nostri lettori. Leggi tutto

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Il vicolo della ‘Beppa’ e il vicolo del Poggini: proposte di riqualificazione nell’area tra tra la piazza della Collegiata e Via de’ Neri 150 anni fa

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ASCE, Postunitario, Atti del magistrato…, 3/1, tav. 2 allegata alla perizia dell’ingegnere comunale 10 gennaio 1865

Curiosando tra le carte di archivio abbiamo potuto riscontrare la presenza ad Empoli di un vicolo della Beppa, da identificare con il passaggio coperto recentemente riaperto dall’amministrazione comunale che mette in collegamento via Giuseppe Del Papa con via dei Neri, in corrispondenza dell’ingresso alla biblioteca comunale, un tempo noto anche come vicolo S. Stefano (ASCE, Preunitario, Comunità 610, Stradario generale de’ lastrici…., 1863) o vicolo dei Frati.

La singolare denominazione si trova citata all’interno di una lettera, datata 19 dicembre 1865, in cui un gruppo di cittadini, tra cui molti esponenti del notabilato locale come Antonio Vannucci e Carlo Del Vivo, inoltrano al gonfaloniere e al consiglio comunale di Empoli la richiesta di allargamento del Chiassetto del Poggini e chiusura dei vicoli di Malacucina e, appunto, della Beppa. Leggi tutto

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Lungo il tratto occidentale delle vecchie mura: piazzetta delle Stoviglie e via Paladini

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Foto centro Empoli 017
Piazzetta delle stoviglie

A seguito del progressivo abbattimento del tratto occidentale dell’ultima cerchia muraria a partire dagli anni ’30 dell’Ottocento, l’area in prossimità della perduta Porta Fiorentina è oggetto di un’attenta riqualificazione, che vede coinvolto non solo il ‘campaccio’ fuori le mura (futura piazza della Vittoria), ma anche lo spazio urbano del centro storico.

Con la demolizione di un antico fabbricato parallelo alla via dello Spedale (odierna via Paladini) e prospiciente via Ferdinanda (ora via Giuseppe Del Papa) fu creata la piccola piazza detta delle stoviglie che, come indica il nome, fu destinata a sede del mercato settimanale delle stoviglie (fin dal 1824, secondo Bini) ma anche della frutta e verdura. Il regolamento di polizia municipale del 1867 autorizzava, infatti, «vendita di pentoli, tegami, piatti, boccie, bicchieri, stoviglie di ogni sorta, zolfanelli, fiammiferi, esce, stacci, mestoli, romaioli» (ASCE, Regolamenti comunali 1). Leggi tutto

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Via San Francesco

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Via San Francesco
Via San Francesco

Passeggiando nel ‘giro d’Empoli’ passa quasi inosservata la piccola via San Francesco, sulla quale si affacciano le vetrine di alcuni negozi del centro. Il vicolo permette di raggiungere facilmente uno degli ingressi laterali della Collegiata di S. Andrea da via del Giglio, quello in corrispondenza della cappella di San Lorenzo nel transetto della chiesa (ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco delle strade comunali …», 23 marzo 1868: Via S. Francesco, «dalla via del Giglio alla Porta della Collegiata»). Leggi tutto

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Via del Gelsomino

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Foto centro Empoli 007
Via del Gelsomino

L’odierna via del Gelsomino, meglio nota agli empolesi come via dei Forni, permette di abbreviare il nostro caratteristico ‘giro d’Empoli’ mettendo in diretta comunicazione via Giuseppe Del Papa con via del Giglio. Si tratta ancora oggi di una stradina piuttosto stretta e poco illuminata, che delimita un isolato comprendente le abitazioni che si affacciano sulla più nobile via Ridolfi.

Fino ai primi anni dell’Ottocento la strada era denominata via di Malacucina

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Via delle Murina

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ASCE, archivio fotografico, Via delle Murina, anni ’80 XX sec.

L’odonimo delle Murina rimanda chiaramente all’antico circuito murario cittadino. La via, infatti, parallela alla vicina via Chiara, segue il tracciato delle abitazioni sorte lungo il pomerio del tratto settentrionale delle mura quattrocentesche. Il toponimo Murina, o delle Murina è attestato fin dai primi decenni dell’800 nella cartografia tecnica e negli elenchi stradali (ASCE, Preunitario, Comunità 501, “Progetto per la costruzione di una fognatura in via d’Arno” 1825, Fi, SBAS, n. 41865, pianta di Empoli, 1831; ASCE, Misc. U.T 41/5, «Elenco strade comunali …», 23 marzo 1868: «Dalla via del Corso alla via della Fogna). La stessa via è registrata come vicolo del Cordaio (ma anche chiuso, viuzzo o chiasso del Cordaio o chiasso del cordaro), citato più volte nelle imposizioni della fogna del 1710 (ASCE, Preunitario, Comunità 80, «Descrizione della fogna dietro le monache di S. Domenico […]», 1710) e 1759 (ASCE, Preunitario, Comunità 80, «Descrizione delle case sottoposte all’imposizione della fogna […]», 1759) nei confini degli immobili posti nel chiuso compreso tra via Chiara, via degli Asini e via del Pesce. Il nome derivava con ogni probabilità dalla presenza di attività legate alla produzione di funi e corde. Leggi tutto

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Via Marchetti

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Via Marchetti in una immagine precedente l’ultima guerra

L’odierna via Giovanni Marchetti venne istituita come semplice via Marchetti nell’ottobre 1870 in memoria dei due illustri membri della famiglia Marchetti, lo scienziato e letterato Alessandro Marchetti (1633-1714), originario di Pontorme e famoso traduttore del De rerum natura di Lucrezio, e il vescovo Giovanni Marchetti (1753-1829), empolese e strenuo difensore dell’ortodossia cattolica contro le posizioni riformiste del vescovo giansenista Scipione de’ Ricci (ASCE, Postunitario, Deliberazioni del consiglio I/4, 29 ottobre 1870). Leggi tutto

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Le porte degli antichi circuiti murari

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G. Vasari, Veduta della ‘terra murata’ di Empoli, Firenze, Palazzo Vecchio

La ‘terra murata’ di Empoli, sin dalla sua fondazione, è stata protetta da un circuito murario che è stato ricostruito e ampliato più volte nel corso dei secoli. L’entrata e l’uscita dal castrum empolese era garantita da una serie di porte, di cui – come sappiamo – è sopravvissuta, seppur molto danneggiata, soltanto Porta Pisana. Le fonti documentarie consultate hanno permesso di rintracciare numerosi odonimi relativi alle perdute porte delle diverse cerchie murarie che nel tempo hanno circoscritto il centro cittadino: nel passato in mancanza di un definito apparato odonomastico istituzionale, l’individuazione di un luogo o la collocazione di una proprietà era legata, infatti, alla presenza o prossimità di elementi caratterizzanti il tessuto urbano, tra cui – appunto – le porte cittadine. Leggi tutto

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Intorno a Porta Pisana

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Piazza Garibaldi in una vecchia cartolina postale illustrata

Poche sono le tracce ancora visibili dell’ultima cerchia muraria che proteggeva la terra murata di Empoli. Tra queste l’unica porta superstite, delle originarie quattro collocate su ciascun lato del quadrilatero delle mura, è la cosiddetta Porta Pisana. In corrispondenza della porta, posizionata sul versante occidentale della cinta muraria, attraversava la città la via Maestra Pisana o Fiorentina. La sua costruzione fu completata intorno al 1487, insieme a quella di Porta Fiorentina, sotto la supervisione del capomastro Simone di Mariotto da Settignano (V. Arrighi, Fatti e vicende della costruzione delle mura di Empoli 1452-1507, «BSE», VIII, a. XXX, 1986, n. 7-8, pp. 299-334). La struttura originaria, ricostruibile attraverso numerose fonti iconografiche, fu fortemente danneggiata dalle mine tedesche al termine dell’estate del 1944 e ridotta all’attuale rudere, che conserva gli stipiti originari in laterizio con parte dei cardini metallici del portone. Nel XVIII secolo è documentata una via della Porta Pisana [ASFi, Decima (1776): Via della Porta Pisana risulta tra i confinanti della «casa con bottega sotto ad uso di pizzicagnolo» di proprietà del Capitolo della Collegiata di Sant’Andrea di Empoli (5753 c. 166r.)]. Leggi tutto

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L’isolato di piazza del Popolo

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La Casa del Fascio nella neonata piazza del Littorio

L’isolato che ruota intorno all’attuale piazza del Popolo un tempo era conosciuto anche come borgo del Pesco o al Pesco e gravitava intorno all’omonima via contraddistinta dalla presenza, appunto, di una analoga specie arborea. Piccolo quartiere a vocazione artigianale, con numerose attività botteghe e concerie, fu abitato per generazioni da famiglie di origine ebraica. Nel catasto del 1480 sono denunciati due magazzini e una stalla [ASFi, Estimo 250 II parte (1412); ASFi, Catasto 91 e 184 (1427); ASFi, Catasto 1028 (1480)]. L’estimo del 1412 registra una bottega di barbiere al canto al Pesco. Via del Pesco collegava la via dei Frati, ora dei Neri, con via delle Conce, in prossimità delle mura meridionali del castello [ASFi, Catasto 1028 (1480); ASFi, Decima granducale 5173-5176 (1536) registra anche via del Borgo al Pesco; ASCE, Preunitario, Comunità 80, «Descrizione della fogna dietro le monache di S. Domenico […]», 1710; ASFi, Decima (1776): «una parte di stallone posto in Empoli, in Via del Pesco ridotto in oggi da detti Neri in uso di commedie» di proprietà di Ippolito, Giuseppe, Francesco Bolognese del Nero (5755 c. 975v.); V. Chiarugi, Della storia d’Empoli, a cura di M. Bini, Empoli, 1984: «Via del Pesco dentro le mura», p. 35; ASFi, Catasto Generale Toscano, Empoli, sezione D, 1820; ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco delle strade comunali […]», 23 marzo 1868: Via del Pesco: «Da via delle Conce a via S. Agostino»; M. Bini , Un po’ di odonomastica locale in chiave storica, «Empoli», a. 8, n. 2 (1967), p. 50]. Leggi tutto

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