17 giugno 2015, prima prova della maturità. Mentre impazza il toto-autori del tema, penso che proprio in questo giorno ricorre l’anniversario della composizione di una delle più belle poesie di D’Annunzio, “La sera fiesolana”. La poesia infatti, secondo la datazione offerta dallo stesso poeta, venne composta presso la villa della Capponcina a Settignano il 17 giugno 1899. Malgrado la coincidenza l’autore scelto dal MIUR risulta essere invece Calvino, con un brano estratto dal bellissimo romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno”, fondamentale opera sulla Resistenza.
Categoria: Materiali Storici di Empoli
Una nuova via per la città borghese: via Leonardo da Vinci a Empoli
Nei primi anni del secolo scorso l’amministrazione comunale empolese pensò a riorganizzare l’ampio quartiere sorto intorno agli insediamenti monastici delle suore benedettine della SS. Croce e dei frati agostiniani di S. Stefano, stretto tra le mura castellane, via dei Neri e via S. Benedetto, ora via Ferrucci.
Fulcro del progetto di riqualificazione fu l’apertura di una nuova strada, la futura via Leonardo da Vinci, che avrebbe messo in diretta comunicazione via Cavour con via Giuseppe Del Papa, previo abbattimento del corrispondente tratto delle mura castellane, ricalcando e ampliando il tracciato del vecchio vicolo del Poggini. Quest’ultimo era uno stradello assai frequentato e di indubbia utilità poiché permetteva un rapido collegamento tra via dei Neri e via G. Del Papa all’altezza del convento delle monache vecchie e del canto Pretorio, ma versava da tempo in pessime condizioni igieniche che necessitavano di un pronto intervento.
La festa del Corpus Domini nel Settecento
A pochi giorni dalla festa del Corpus Domini e del 536° Volo del ciuco pubblichiamo una sorta di “diario” delle celebrazioni del 1767, scritto da Bartolomeo Romagnoli, cancelliere del capitolo della Collegiata.
Gli elementi c’erano già tutti: la solennità della festa, il grande richiamo dei forestieri, i fuochi d’artificio e la leggenda (priva di fondamento) del volo del ciuco, come sberleffo contro gli abitanti di San Miniato, che nel 1397 , fallita la ribellione al dominio della repubblica fiorentina, furono da questa riconquistati con il concorso determinante dei soldati inquadrati nella lega d’Empoli, sotto il comando di Cantino Cantini da Monterappoli.
Venerdì in archivio: Tra Archivio e Museo (MUVE 29 maggio 2015 – ore 17)
Lo studio delle fonti applicato al patrimonio architettonico empolese: Palazzo Ghibellino dai Giomi ai Martelli ed oltre.
L’ultimo incontro del Venerdì in archivio prima dell’estate si trasferisce nei locali del Museo del vetro e sarà Valfredo Siemoni ad intrattenerci su uno degli edifici più rappresentativi di Empoli: il Palazzo Ghibellino
Un vicolo della vecchia Empoli ormai scomparso: il vicolo del Poggini
Le carte del nostro archivio comunale offrono in modo spesso inaspettato qualche curiosa informazione utile a restituirci l’immagine vivida della vecchia Empoli, tra vicoli e chiassuoli ormai scomparsi.
Recentemente ci siamo imbattuti in una minuta datata 16 aprile 1901 nella quale si fa riferimento ad “uno stretto ed antico chiassuolo” con ogni probabilità da identificare con il vicolo detto del Poggini.
Alle origini della fotografia. Studi fotografici a Empoli tra XIX e XX secolo. Parisio Cantini (3° parte)
Si conclude con questa ultima parte il breve profilo del fotografo empolese Parisio Cantini.
Nel secondo decennio del Novecento prosegue l’attività dello studio fotografico Cantini che reclamizza in particolare l’esecuzione di foto su porcellana per monumenti, lapidi ecc., ingrandimenti e riproduzioni e – sempre molto richiesti – ritratti di bambini e neonati per i quali la sala di posa riscaldata offriva il massimo comfort. Alla fine del 1911 vengono svolti i lavori ampliamento dello studio “abbellito secondo le ultime moderne esigenze”.
Nino Bezzi (1882-1961). Fine letterato e uomo generoso – Parte Terza
Molto probabilmente proprio la persecuzione subita dopo il 1924 spinse Bezzi ad allontanarsi da Empoli: Mario Bini pone al 1926 un suo viaggio nel Sud America. Bezzi aveva subìto anche la revoca della licenza di pubblicista, allontanato dunque dall’attività di giornalista, così brillantemente esercitata nel 1912 come direttore del settimanale «Arno». Sembra che durante il fascismo poté scrivere per i circoli delle Associazioni venatorie: era infatti un uomo appassionato e competente in questa attività.
Nino Bezzi (1882-1961). Fine letterato e uomo generoso – Parte Seconda
Nino Bezzi, 42 anni nel 1924, era presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci a Empoli.
Tra i punti che i fascisti desideravano per completare il totalitarismo in Italia c’era quello di fare di tale Associazione, a partire dal suo livello nazionale, una appendice dello stesso programma fascista. Poco dopo la scomparsa di Matteotti, nel clima risoluto che le opposizioni andavano manifestando in quell’estate, il Congresso Nazionale dell’Associazione, svoltosi ad Assisi a partire dal 27 luglio, aveva respinto il tentativo di uniformare i reduci ai fascisti. Un ordine del giorno di “condanna dei metodi e dei fini fascisti” fu illustrato al re dal pluridecorato generale Ettore Viola, già comandante degli “arditi” nella primavera 1918 sul M. Grappa. La colonizzazione della memoria intorno alla recente guerra era evidentemente giocata dai fascisti in vista di un futuro da affrontarsi con compattezza spregiudicata, al servizio delle decisioni centrali, a costo di fratture interne e di sopraffazioni.
Nino Bezzi (1882-1961). Fine letterato e uomo generoso – Parte Prima
Nella biografia di Nino Bezzi troviamo la testimonianza di un uomo che ha attraversato la vita con coerenza critica. Con atto di mecenatismo ha legato i beni a Empoli, il luogo natale. La donazione fu utilizzata dall’Amministrazione comunale in gran parte per la ristrutturazione della villa di Cerbaiola (ex Villa Cantini) che ospita il centro diurno per i disabili.
Era nato nel 1882 in una famiglia benestante. Del padre, commerciante e ammiratore delle scelte di Garibaldi, Nino raccolse e continuò le convinzioni.
Alle origini della fotografia. Studi fotografici a Empoli tra XIX e XX secolo. Parisio Cantini (1° parte)
Nel nostro viaggio alla riscoperta degli studi fotografici empolesi dell’inizio del secolo scorso incontriamo oggi Parisio Cantini, che per longevità e capacità imprenditoriali può essere a ragione considerato il decano dei fotografi empolesi.
Alla fine degli anni ’60 il fotografo empolese Pietro Caponi ricordava che “il nome di Empoli è stato lungamente associato alla fotografia, proprio per la produzione che vi si faceva della carta per stampare dalla Ditta Parisio Cantini” (Petrognani Roberto, Empoli in cinquant’anni di fotografie, “Empoli”, IX, 1, 1968, pp. 24 – 26).