Nell’attesa di conoscere le ultime novità in merito all’inedita ricerca che Franco Ciappi e Silvano Mori, della Società Storica della Valdelsa, stanno portando avanti intorno alla figura del famoso vetraio gambassino noto come Becuccio bicchieraio – i cui primi risultati saranno anticipati nell’incontro di venerdì prossimo al Museo del Vetro di Empoli – proviamo a solleticare la curiosità dei nostri lettori recuperando qualche notizia intorno a questo personaggio.
Becuccio bicchieraio è noto agli storici dell’arte perché ricordato per ben due volte nelle Vite del Vasari: innanzitutto quale committente della famosa Pala di Gambassi realizzata da Andrea del Sarto, «amicissimo suo», per il convento delle monache benedettine dei Santi Lorenzo ed Onofrio, appena fuori del castello – appunto – di Gambassi, nella cui predella «ritrasse al naturale esso Becuccio e la moglie», quindi nella Vita del Pontormo che – a detta di Vasari –«ritrasse in uno stesso quadro due suoi amicissimi: l’uno fu il genero di Becuccio bicchieraio et un altro del quale parimenti non so il nome». La maestosa pala di Andrea del Sarto, databile al 1527-28, si conserva oggi nella Galleria Palatina di Firenze, mentre la coppia di ritratti della predella è stata identificata da Alessandro Conti con i due ritratti sarteschi dell’Art Institut di Chicago (A. Conti, Andrea del Sarto e Becuccio bicchieraio, «Prospettiva», 33-36 (1983-1984). Pp. 161-165). Il doppio ritratto del Pontormo ricordato nella vita del Carrucci si ritiene che debba identificarsi con quello della Fondazione Cini di Venezia, che recentemente è stato esposto alla mostra che Palazzo Strozzi ha dedicato al pittore pontormese e al suo comprimario, Rosso Fiorentino, Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della ‘maniera’ (Firenze, Palazzo Strozzi 8 marzo – 20 luglio 2014).