Giacomo l’empolese. Leopardi e gli antenati Falagiani

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Un’immagine di casa Leopardi a metà Ottocento – Recanati

Chi ha messo piede in un archivio sa quanto può essere frustrante, a volte, il lavoro di uno storico. Possono infatti passare mesi di duro lavoro senza che vengano trovati elementi, o anche semplici tracce, utili per la ricerca che si sta svolgendo. A volte, al contrario, il lavoro di scavo archivistico regala tesori inaspettati. Piccole gemme trovate per caso mentre si sta cercando tutt’altro. È quanto è successo con un documento presente all’interno del fondo “Notarile Moderno” dell’Archivio di Stato di Firenze (ASF, Notarile moderno, protocollo 20827, c. 87r). Leggi tutto

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Alimentazione in epoca antica al Museo del Vetro di Empoli

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conversazione arbeitAlimentazione nell’antichità. Diventare un altro mangiando  è il titolo della conversazione che terrà la dott.ssa Barbara Arbeid (Soprintendenza Archeologia della Toscana) domani  19 Dicembre alle ore 17 nei locali del Museo del vetro. La conferenza rientra nelle iniziative collaterali della mostra in corso su Vetro e alimentazione in età romana. Dai vetri di scavo alla ricostruzione tridimensionale e si propone di mostrare la definizione dell’identità attraverso le pratiche alimentari nell’antichità classica.

Terminata la conferenza gli Amici del Muve invitano i presenti al brindisi di Natale

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Via delle Murina

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ASCE, archivio fotografico, Via delle Murina, anni ’80 XX sec.

L’odonimo delle Murina rimanda chiaramente all’antico circuito murario cittadino. La via, infatti, parallela alla vicina via Chiara, segue il tracciato delle abitazioni sorte lungo il pomerio del tratto settentrionale delle mura quattrocentesche. Il toponimo Murina, o delle Murina è attestato fin dai primi decenni dell’800 nella cartografia tecnica e negli elenchi stradali (ASCE, Preunitario, Comunità 501, “Progetto per la costruzione di una fognatura in via d’Arno” 1825, Fi, SBAS, n. 41865, pianta di Empoli, 1831; ASCE, Misc. U.T 41/5, «Elenco strade comunali …», 23 marzo 1868: «Dalla via del Corso alla via della Fogna). La stessa via è registrata come vicolo del Cordaio (ma anche chiuso, viuzzo o chiasso del Cordaio o chiasso del cordaro), citato più volte nelle imposizioni della fogna del 1710 (ASCE, Preunitario, Comunità 80, «Descrizione della fogna dietro le monache di S. Domenico […]», 1710) e 1759 (ASCE, Preunitario, Comunità 80, «Descrizione delle case sottoposte all’imposizione della fogna […]», 1759) nei confini degli immobili posti nel chiuso compreso tra via Chiara, via degli Asini e via del Pesce. Il nome derivava con ogni probabilità dalla presenza di attività legate alla produzione di funi e corde. Leggi tutto

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Via Marchetti

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Via Marchetti in una immagine precedente l’ultima guerra

L’odierna via Giovanni Marchetti venne istituita come semplice via Marchetti nell’ottobre 1870 in memoria dei due illustri membri della famiglia Marchetti, lo scienziato e letterato Alessandro Marchetti (1633-1714), originario di Pontorme e famoso traduttore del De rerum natura di Lucrezio, e il vescovo Giovanni Marchetti (1753-1829), empolese e strenuo difensore dell’ortodossia cattolica contro le posizioni riformiste del vescovo giansenista Scipione de’ Ricci (ASCE, Postunitario, Deliberazioni del consiglio I/4, 29 ottobre 1870). Leggi tutto

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Appuntamento venerdì 27 novembre al Cenacolo degli Agostiniani con una conferenza sull’empolese Pietro Domenico Bartoloni

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Invito_Archivio_Novembre 2015_mail (1)A Empoli esiste una via dedicata a Pietro Domenico Bartoloni, che congiunge via IV novembre a Via Meucci. Di questo personaggio, nostro concittadino, sappiamo però molto poco, a parte la sua pubblicazione Bacco in Boemia.

Per farci conoscere meglio questa figura “europea” nel complesso contesto storico e culturale in cui si trovò a vivere ed operare è stato invitato il prof. Alessandro Catalano, studioso di slavistica, dell’Università di Padova.

 Nato a Empoli nel 1651 e laureato in utroque iure a Pisa nel 1673 e non in medicina, come spesso riporta la storiografia coeva, Bartoloni poteva vantare una certa dimestichezza con l’Europa centro-orientale. Trascorse infatti lunghi periodi in ‘Germania’ (più precisamente in Austria e in Boemia) assieme al giovane principe Lorenzo Piccolomini d’Aragona (1656-1714), duca di Amalfi e signore del castello e città di Náchod nel Regno di Boemia, essendo al suo servizio nel periodo che va dal 1679 fino al 1693. Leggi tutto

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Le porte degli antichi circuiti murari

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G. Vasari, Veduta della ‘terra murata’ di Empoli, Firenze, Palazzo Vecchio

La ‘terra murata’ di Empoli, sin dalla sua fondazione, è stata protetta da un circuito murario che è stato ricostruito e ampliato più volte nel corso dei secoli. L’entrata e l’uscita dal castrum empolese era garantita da una serie di porte, di cui – come sappiamo – è sopravvissuta, seppur molto danneggiata, soltanto Porta Pisana. Le fonti documentarie consultate hanno permesso di rintracciare numerosi odonimi relativi alle perdute porte delle diverse cerchie murarie che nel tempo hanno circoscritto il centro cittadino: nel passato in mancanza di un definito apparato odonomastico istituzionale, l’individuazione di un luogo o la collocazione di una proprietà era legata, infatti, alla presenza o prossimità di elementi caratterizzanti il tessuto urbano, tra cui – appunto – le porte cittadine. Leggi tutto

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Si apre al MUVE una mostra su Vetro e alimentazione nell’antichità: dai frammenti di scavo [di Piazza della Propositura] alla ricostruzione tridimensionale

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LocandinaMostra (1)Vetro e alimentazione nell’antichità  è il titolo della mostra che sarà inaugurata la prossima domenica 15 novembre alle 17 al Museo del vetro, ma il contenuto vero e proprio è esplicitato nel sottotitolo: dai frammenti di scavo alla ricostruzione tridimensionale.

L’esposizione si collega alle riflessioni sul tema dell’alimentazione, tema portante sotto molti punti di vista nell’esperienza appena conclusa di EXPO 2015, con l’intento di riconoscere l’importanza e la diffusione del vetro per gli alimenti sin dall’antichità ed è stata realizzata dall’associazione Amici del Muve in stretta collaborazione con l’Associazione Archeologica di Volontariato Medio Valdarno e la Soprintendenza Archeologia per la Toscana e in sinergia con il Museo del vetro. Leggi tutto

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Intorno a Porta Pisana

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Piazza Garibaldi Maestrelli e Lazzeri 10692
Piazza Garibaldi in una vecchia cartolina postale illustrata

Poche sono le tracce ancora visibili dell’ultima cerchia muraria che proteggeva la terra murata di Empoli. Tra queste l’unica porta superstite, delle originarie quattro collocate su ciascun lato del quadrilatero delle mura, è la cosiddetta Porta Pisana. In corrispondenza della porta, posizionata sul versante occidentale della cinta muraria, attraversava la città la via Maestra Pisana o Fiorentina. La sua costruzione fu completata intorno al 1487, insieme a quella di Porta Fiorentina, sotto la supervisione del capomastro Simone di Mariotto da Settignano (V. Arrighi, Fatti e vicende della costruzione delle mura di Empoli 1452-1507, «BSE», VIII, a. XXX, 1986, n. 7-8, pp. 299-334). La struttura originaria, ricostruibile attraverso numerose fonti iconografiche, fu fortemente danneggiata dalle mine tedesche al termine dell’estate del 1944 e ridotta all’attuale rudere, che conserva gli stipiti originari in laterizio con parte dei cardini metallici del portone. Nel XVIII secolo è documentata una via della Porta Pisana [ASFi, Decima (1776): Via della Porta Pisana risulta tra i confinanti della «casa con bottega sotto ad uso di pizzicagnolo» di proprietà del Capitolo della Collegiata di Sant’Andrea di Empoli (5753 c. 166r.)]. Leggi tutto

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L’isolato di piazza del Popolo

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La Casa del Fascio nella neonata piazza del Littorio

L’isolato che ruota intorno all’attuale piazza del Popolo un tempo era conosciuto anche come borgo del Pesco o al Pesco e gravitava intorno all’omonima via contraddistinta dalla presenza, appunto, di una analoga specie arborea. Piccolo quartiere a vocazione artigianale, con numerose attività botteghe e concerie, fu abitato per generazioni da famiglie di origine ebraica. Nel catasto del 1480 sono denunciati due magazzini e una stalla [ASFi, Estimo 250 II parte (1412); ASFi, Catasto 91 e 184 (1427); ASFi, Catasto 1028 (1480)]. L’estimo del 1412 registra una bottega di barbiere al canto al Pesco. Via del Pesco collegava la via dei Frati, ora dei Neri, con via delle Conce, in prossimità delle mura meridionali del castello [ASFi, Catasto 1028 (1480); ASFi, Decima granducale 5173-5176 (1536) registra anche via del Borgo al Pesco; ASCE, Preunitario, Comunità 80, «Descrizione della fogna dietro le monache di S. Domenico […]», 1710; ASFi, Decima (1776): «una parte di stallone posto in Empoli, in Via del Pesco ridotto in oggi da detti Neri in uso di commedie» di proprietà di Ippolito, Giuseppe, Francesco Bolognese del Nero (5755 c. 975v.); V. Chiarugi, Della storia d’Empoli, a cura di M. Bini, Empoli, 1984: «Via del Pesco dentro le mura», p. 35; ASFi, Catasto Generale Toscano, Empoli, sezione D, 1820; ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco delle strade comunali […]», 23 marzo 1868: Via del Pesco: «Da via delle Conce a via S. Agostino»; M. Bini , Un po’ di odonomastica locale in chiave storica, «Empoli», a. 8, n. 2 (1967), p. 50]. Leggi tutto

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Documenti d’archivio e scavi archeologici per scoprire le maioliche della fornace Levantini in borgo d’Empoli

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Panoramica del ritrovamento dei manufatti nello scavo archeologico (Immagine tratta dal catalogo “Ceramica ad uso d’Empoli”)

Leonardo Terreni, presidente della Associazione Archeologia Medio Valdarno, nell’ambito della rassegna “Parole & Musica nei Musei” giovedì 22 ottobre 2015 alle ore 21.30 al Museo del vetro, parlerà dello scavo nell’area della vetreria Del Vivo (ex piazza del Pratello in Borgo, corrispondente oggi alla costruzione della Banca di Cambiano in via Chiarugi e a via Pulidori), che portò al ritrovamento delle maioliche della manifattura Levantini.

La campagna di scavo era finalizzata a riscoprire e studiare una porzione di mosaico di epoca romana rinvenuta nel 1957 in occasione dei lavori di ampliamento della Vetreria Del Vivo e poi subito ricoperta. Ma oltre al frammento di pavimento musivo gli archeologi trovarono anche una serie di reperti appartenenti a vari tipi di stoviglie di produzione settecentesca. A questo punto gli scavi proseguirono con maggiore attenzione grazie alla segnalazione di Fausto Berti, che pochi anni prima aveva scritto un saggio su Domenico Lorenzo Levantino*, imprenditore savonese che nel 1765 aveva fondato in quell’area una manifattura di maioliche alla francese e alla conoscenza di fonti documentarie. Leggi tutto

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