Empoli e D’Annunzio: una storia di amore e odio

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Veduta di Empoli con in primo piano il campanile di Santo Stefano degli Agostiniani. (Coll. Maestrelli, 20106)
Veduta di Empoli con in primo piano il campanile di Santo Stefano degli Agostiniani. (Coll. Maestrelli, 20106)

17 giugno 2015, prima prova della maturità. Mentre impazza il toto-autori del tema, penso che proprio in questo giorno ricorre l’anniversario della composizione di una delle più belle poesie di D’Annunzio, “La sera fiesolana”. La poesia infatti, secondo la datazione offerta dallo stesso poeta, venne composta presso la villa della Capponcina a Settignano il 17 giugno 1899. Malgrado la coincidenza l’autore scelto dal MIUR risulta essere invece Calvino, con un brano estratto dal bellissimo romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno”, fondamentale opera sulla Resistenza. Leggi tutto

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La copertina di Quaderni d'archivio numero 4

LO STRADARIO STORICO EMPOLESE ARRIVA SU QUESTE PAGINE

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La copertina di Quaderni d'archivio numero 4
La copertina di Quaderni d’archivio numero 4

Lo avevamo annunciato, ed oggi siamo qui a dare seguito ai nostri propositi: come promesso, stiamo per iniziare la pubblicazione anche su www.empoliestoria.it  dello Stradario Storico Empolese. È per noi un evento significativo, che apre una lunga serie di articoli dedicati alle vie del centro della nostra città. Per gentile concessione della redazione della rivista Quaderni d’Archivio, pubblicheremo sul web a cadenza grosso modo settimanale, dedicando un’uscita a una strada, a una via, a un luogo, a una piazza. Vorremmo però che il pubblico dei nostri lettori interagisse con noi, magari – perché no – suggerendoci anche quali vie vorrebbero veder affrontate prima di altre. La ricerca dalla quale trae spunto la pubblicazione che andiamo ad iniziare è stata pubblicata, dopo mesi e mesi di indagini condotte da un team di studiosi in vari fondi archivistici, proprio sulla nostra rivista Quaderni d’Archivio, nel numero 4.  E in questa sede corre l’obbligo di raccontare come è nata. Quando la redazione, all’indomani della presentazione del terzo numero della rivista, si riunì e ognuno mise sul tavolo le proprie idee per cominciare a pensare al quarto, ne emerse una tanto interessante quanto ardita. Era la più interessante, anche lì per lì non ci furono dubbi per nessuno, ma i timori di non riuscire a centrare l’obiettivo suscitarono tanti interrogativi. Pochi avevano scritto sul tema, soprattutto nell’empolese. E gli studi più recenti erano datati e di scarsa utilità: c’era bisogno di aria nuova. E siccome le sfide ci piacciono, abbiamo intrapreso senza esitazione la strada più difficile. Il tema di cui stiamo parlando è la toponomastica in generale e in particolare l’odonomastica storica. Naturalmente empolese. L’obiettivo ambizioso fu da subito quello di lavorare per realizzare un primo stradario storico empolese, e siamo partiti da lontano, dal Medioevo. Non è un caso che ad aprire il quarto volume dei quaderni sia poi stato il saggio di Franca Bellucci dal titolo “Possibili interrogativi nel rapportarsi alla toponomastica”, una corposa introduzione metodologica, densa e aggiornatissima dal punto di vista bibliografico. A seguire, il saggio di Vanna Arrighi, “Fonti per l’odonomastica empolese”, affrontava il Medioevo e l’odonomastica antica attraverso le fonti come i catasti e la decima. Ricchissimo l’apparato di documenti di base di questo studio. Nel filone medievale e con legami stretti con una serie di studi precedenti, Marco Frati, con “Odonomastica di Empoli Nuovo (secoli XII-XIV). Gnosi e problemi”, completava alcuni percorsi di ricerca su Empoli iniziati da tempo, proponendo una nuova ricostruzione della stratificazione urbanistica del castello empolese con i relativi odonimi. Il saggio  più voluminoso e caratterizzante dell’intera serie di studi realizzata in questo numero è un pezzo a otto mani, che vede come autori Vanna Arrighi, Elisa Boldrini, Chiara Papalini e Gabriele Beatrice; eloquente il titolo che contiene anche gli obiettivi del contributo e del volume: “I nomi di vie e piazze per la storia della città: il progetto per la realizzazione di un primo stradario storico Empolese”. Lo “stradario storico”, con l’elenco alfabetico delle strade, “certificate” dalle fonti documentarie consultate, completa il saggio, che raccoglie una grande quantità di informazioni preziose e talvolta inedite, mettendo a disposizione dello studioso, dell’interessato e anche di chi per semplice e sana curiosità voglia avvicinarsi allo studio dei nomi dei luoghi e delle vie cittadine chiedendosi le ragioni di una denominazione piuttosto che di un’altra, un apparato importante di studi approfonditi e una congerie di voci ragionate piuttosto inusuale. Centotrentasei voci primarie relative a Empoli e una serie innumerevole di denominazioni susseguitesi nel corso dei secoli sono la degna chiusura di un saggio destinato a mio avviso a divenire una pietra miliare sul tema. L’idea è quella, strada facendo e con la dovuta calma, di pubblicarle tutte anche qui. Leggi tutto

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Una nuova via per la città borghese: via Leonardo da Vinci a Empoli

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via leonardo da vinci
Empoli – Via Leonardo da Vinci. Sul verso: “02864 – Fot. Iris – Empoli”. Cartolina 90×140, viaggiata 192?, (coll. P. Lari).

Nei primi anni del secolo scorso l’amministrazione comunale empolese pensò a riorganizzare l’ampio quartiere sorto intorno agli insediamenti monastici delle suore benedettine della SS. Croce e dei frati agostiniani di S. Stefano, stretto tra le mura castellane, via dei Neri e via S. Benedetto, ora via Ferrucci.

Fulcro del progetto di riqualificazione fu l’apertura di una nuova strada, la futura via Leonardo da Vinci, che avrebbe messo in diretta comunicazione via Cavour con via Giuseppe Del Papa, previo abbattimento del corrispondente tratto delle mura castellane, ricalcando e ampliando il tracciato del vecchio vicolo del Poggini. Quest’ultimo era uno stradello assai frequentato e di indubbia utilità poiché permetteva un rapido collegamento tra via dei Neri e via G. Del Papa all’altezza del convento delle monache vecchie e del canto Pretorio, ma versava da tempo in pessime condizioni igieniche che necessitavano di un pronto intervento. Leggi tutto

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La festa del Corpus Domini nel Settecento

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morelli_44A pochi giorni dalla festa del Corpus Domini e del  536°  Volo del ciuco pubblichiamo una sorta di “diario”  delle celebrazioni del 1767, scritto da Bartolomeo Romagnoli, cancelliere del capitolo della Collegiata.

Gli elementi c’erano già tutti: la solennità della festa, il grande richiamo dei forestieri, i fuochi d’artificio e la leggenda  (priva di fondamento) del volo del ciuco, come sberleffo contro gli abitanti di San Miniato, che nel 1397 , fallita la ribellione al dominio della repubblica fiorentina, furono da questa riconquistati con il concorso determinante dei soldati inquadrati nella lega d’Empoli, sotto il comando di Cantino Cantini da Monterappoli. Leggi tutto

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Il viaggio del sale dalle moie di Volterra al Magazzino del sale di Empoli.

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Il Mulino del sale macinava il sale?
Perché a Empoli c’era anche il Magazzino del sale rosso?
Perché Via Ridolfi si chiamava Via degli Asini?

 Giovedì 21 maggio Carla Giuseppina Romby (insegna Storia dell’Architettura all’Università di Firenze) risponderà a queste domande e illustrerà, con dovizia di immagini, il viaggio del sale dalle moie di Volterra a Empoli, sede di uno dei Magazzini del sale più importanti del Granducato di Toscana.

 L’incontro si terrà al Museo del vetro (già Magazzino del sale) alle 21,30; è il secondo appuntamento di “Parole e musica nei musei”: infatti la seconda parte della serata sarà dedicata a Mozart (con la Banda Bassetti Trio). Leggi tutto

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David Parri – Alcune notizie sulla chiesa della Bastia e sull’oratorio di San Pietro d’Alcantara all’Osteria Bianca tra Sei e Settecento (2° parte)

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Saluti da Ponte a Elsa. Fotomontaggio con le immagini de “Il ponte. Borgata. Villa del Vivo e Chiesa della Bastia. Borgata”. Sul verso: “69803 Edit. F.lli Cioni – Empoli Rip. Viet. Fot. A Terreni”. Cartolina 90×140, viaggiata 1923, (coll. F. Pagli)

Si conclude il contributo del professor David Parri sulla chiesa di S Stefano Protomartire alla Bastia e sull’oratorio di S. Pietro d’Alcantara all’Osteria Bianca, due edifici ecclesiastici che, nonostante siano parte del territorio comunale empolesi, sono compresi nella diocesi di San Miniato.

Si conclude il contributo del professor David Parri sulla chiesa di S Stefano Protomartire alla Bastia e sull’oratorio di S. Pietro d’Alcantara all’Osteria Bianca, due edifici ecclesiastici che, nonostante siano parte del territorio comunale empolesi, sono compresi nella diocesi di San Miniato. Leggi tutto

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David Parri – Alcune notizie sulla chiesa della Bastia e sull’oratorio di San Pietro d’Alcantara all’Osteria Bianca tra Sei e Settecento. 1° parte

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Empoli – Ponte a Elsa – La Villa Del Vivo e Chiesa della Bastia. Sul verso: «96807 – XIII Ediz. Artistiche “Iris”, Riproduzione vietata / Stabilimenti Alterocca – Terni». Cartolina 90×140, viaggiata 1937, (coll. F. Pagli)

Recenti ricerche condotte dal professor David Parri nell’archivio vescovile di San Miniato hanno portato alla luce nuove e interessanti notizie sulla committenza degli arredi e le trasformazioni dell’impianto architettonico della chiesa di S. Stefano Protomartire alla Bastia, presso Ponte a Elsa, e la fondazione dell’oratorio di S. Pietro d’Alcantara all’Osteria Bianca. Il presente contributo dell’autore rielabora quanto pubblicato in  Visibile pregare. Arte sacra nella Diocesi di San Miniato, a cura di R. P. Ciardi e A. De Marchi, catalogo di B. Bitossi, M. Campigli e D. Parri, Cassa di Risparmio di San Miniato, 2013, pp. 173-175. Leggi tutto

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Un vicolo della vecchia Empoli ormai scomparso: il vicolo del Poggini

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vicolo poggini selez
Nel riquadro in rosso è evidenziata l’area in cui si estendeva il cosiddetto ‘vicolo del Poggini’ (ASFi, Catasto 1820)

Le carte del nostro archivio comunale offrono in modo spesso inaspettato qualche curiosa informazione utile a restituirci l’immagine vivida della vecchia Empoli, tra vicoli e chiassuoli ormai scomparsi.

Recentemente ci siamo imbattuti in una minuta datata 16 aprile 1901 nella quale si fa riferimento ad “uno stretto ed antico chiassuolo” con ogni probabilità da identificare con il vicolo detto del Poggini.

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