Chi era Becuccio? Ascesa sociale di un “bicchieraio” gambassino.

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Becuccio è il più famoso «bicchieraio» gambassino, reso tale da Andrea del Sarto, che lo ha ritratto per ben due volte e due volte menzionato da Vasari nelle Vite, tuttavia non appariva ancora del tutto certa la sua identificazione con Domenico di Iacopo di Maffio, «bicchieraio» gambassino emigrato a Firenze all’inizio del ‘500.

Franco Ciappi e Silvano Mori  presentano i risultati della ricerca che hanno intrapreso da tempo per ricostruire la figura di Becuccio, uno dei maggiori protagonisti del fenomeno di diffusione dell’arte vetraria dalla Valdelsa a Firenze in epoca rinascimentale. Leggi tutto

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Aggiunte intorno a Luca Manzuoli: da frate a cardinale

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foto-lunarioUn ‘diario in rete’, quello che in termini informatici – ormai familiari anche ai non addetti ai lavori – definiamo un blog, vive del costante contributo della sua comunità di lettori.
È con piacere che accogliamo e condiviamo con il nostro pubblico le ricerche del signor Boreno Borsari intorno al cardinal Laborante, importante prelato originario di Pontorme, al quale nelle scorse settimane abbiamo dedicato un post.
La ricerca bibliografica enumera una serie di brevi citazioni da testi di varia natura, nei quali è stato possibile rintracciare le scarne notizie riferibili a questo personaggio, in molti casi riutilizzate nelle diverse fonti ma in ogni caso utili a sottolineare l’importanza del Laborante e il contesto storico nel quale è vissuto.
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Save the date! 10 febbraio 2017. Presentazione del nuovo numero della rivista Quaderni d’Archivio. Protagonista l’Arno

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Non poteva essere altrimenti. Nell’anno del cinquantesimo anniversario della tragica alluvione che il 4 novembre 1966 colpì Firenze e gran parte del Valdarno, la redazione di Quaderni d’Archivio ha voluto dedicare la parte monografica della rivista all’Arno, indiscusso protagonista delle innumerevoli iniziative che negli ultimi mesi del 2016 hanno rievocato quei dolorosi momenti.
I saggi raccolti nel nuovo numero della rivista dell’Associazione Amici dell’Archivio Storico di Empoli, Governare l’Arno. Uso delle acque e interventi di regimazione tra XV e XVIII secolo, non sono dedicati all’alluvione del 1966 ma partono da quell’evento per indagare – come ha sottolineato V. Arrighi nell’introduzione – «aspetti e momenti diversi della “politica delle acque” messa in atto nella nostra zona in vari momenti del nostro passato», facendo il punto sugli studi intorno all’uso delle acque fluviali nel nostro territorio. Leggi tutto

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Spigolature intorno a personaggi pontormesi: il frate Luca Manzuoli

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Ritratto di Luca Manzuoli da Pontormo, Zocchi Giuseppe disegnatore; Allegrini Francesco, incisore. Arezzo, Fraternita dei Laici, Collezione Bartolini

Rievocazioni storiche e cortei in costume possono contribuire proficuamente alla riscoperta della storia di una comunità, come dimostra ogni anno l’appuntamento con il volo del ciuco e il relativo corteo di figuranti che sfila per le vie del centro di Empoli.

Il corteo storico organizzato in occasione di ‘Pontorme in festa’ ci ha offerto, ad esempio, lo spunto per riparlare di alcuni personaggi poco conosciuti, se non dimenticati, come il Cardinal Laborante, cui si pensava addirittura di intitolare una strada. Leggi tutto

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Al Museo del Vetro di Empoli l’inaugurazione della mostra “Una valigia di calici. Vetri incisi nella valigia di un commesso viaggiatore”

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una-valigia-di-calici Chi fosse interessato a vedere in diretta la decorazione di vetri alla mola può venire al Museo del vetro di Empoli il prossimo sabato 17 dicembre

Alle ore 18.00 dimostrazione di incisione su vetro dell’artigiano empolese Piero Paolini, che ha allestito nel salone del museo un piccolo laboratorio di incisione.

L’evento sarà preceduto, alle 17,30, dalla inaugurazione della mostra Una valigia di calici. Vetri incisi nella valigia di un commesso viaggiatore, frutto della collaborazione tra il Museo del vetro e gli Amici del MUVE. Leggi tutto

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L’alluvione del 1966: racconto di Annunziata “Fedora” Mancini di Brusciana per ricordare il padre Palmiro travolto dalla piena dell’Elsa

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Gli edifici di Ponte a Elsa dopo che l’acqua si è ritirata (ASCE, Archivio Fotografico)

La mostra Empoli, i giorni dell’alluvione. Cinquant’anni dal 1966, allestita a Avane nello spazio della Vela Margherita Hack fino al 13 novembre, dopo la permanenza nei due plessi della scuola media Busoni Vanghetti, sarà visitabile a partire dalla prossima settimana in alcuni Circoli Arci dell’Empolese Valdelsa: un’opportunità per ampliarne la fruizione anche nelle frazioni periferiche.

Il primo circolo che ospiterà la mostra sarà quello di Ponte a Elsa.

Nell’ondata di piena dell’Elsa del 4 novembre  1966 perse la vita Palmiro Mancini di Brusciana. La figlia Annunziata “Fedora”, oggi novantatreenne, ha condiviso il ricordo di quella tragedia scrivendo il suo racconto-testimonianza, pubblicato nel volume curato dall’Associazione per l’Arno L’Arno raccontato: tra cronaca e immaginario, 1966-2006 (Tagete, 2006). Leggi tutto

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Una mostra per ricordare: “Empoli. I giorni dell’alluvione. Cinquant’anni dal 1966”

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Manifesto mostraL’Archivio storico Per i 50 anni dall’alluvione del 1966

Empoli. I giorni dell’alluvione. Cinquant’anni dal 1966

4-13 novembre: orario: 17,00-19.30

La Vela – Margherita Hack, Via Magolo 32 – Avane

Inaugurazione: 4 novembre. ore 17,30

L’archivio storico di Empoli ha messo a disposizione materiale documentario e immagini per ricostruire attraverso una mostra questo evento drammatico – l’alluvione del 1966 – che interessò insieme a Firenze molti territori del bacino dell’Arno e dei suoi affluenti. Anche Empoli subì pesanti danni e ci furono anche due vittime. Leggi tutto

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L’ex casa del fascio di S. Maria a Ripa – Parte terza

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Fig.1 – Foto attorno al 1946: (Archivio della Casa del Popolo di Santa Maria)*

Le trasformazioni successive

Dopo la caduta del Fascismo dalla Casa del Fascio dovevano essere soppressi gli emblemi di regime. Spesso in molti edifici del genere tali elementi venivano del tutto eliminati; nel nostro caso l’operazione da fare era molto semplice e fu sufficiente cancellare l’iscrizione sulla fascia di coronamento del prospetto e presentare la foto di Togliatti ben visibile in asse con l’ingresso, quasi come uno stendardo (fig.1).
Dopo la Liberazione, l’Intendenza di Finanza di Firenze concesse l’edificio in uso alla popolazione di Santa Maria, che lo utilizzò come Circolo popolare. Negli anni Cinquanta si cominciò a costruire nelle sue immediate adiacenze la nuova sede del Circolo, l’attuale Casa del Popolo. Negli stessi anni l’Intendenza di Finanza di Firenze dispose la vendita del vecchio immobile mediante asta pubblica mentre il Circolo aveva manifestato la sua disponibilità ad acquistarlo a trattativa privata o anche ad averlo in locazione.[1]
Nel 1955 anche il Comune di Empoli si dimostrava intenzionato all’acquisto e per questo fu redatta una perizia composta di planimetria e relazione di stima[2] . Leggi tutto

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Due Pontormesi del passato nel segno di una strada: il cardinale Laborante e Adolfo Scardigli

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Pianta dell’imposizione dell’Orme in spalla destra, Angelo Maria Mascagni, 25 febbraio 1752 (copia fatta da Francesco Bombicci nel 1764), dettaglio – ASCE, Archivio ex Consorzi Idraulici Riuniti di Empoli. Riproduzione fotografica di Nilo Capretti e Vincenzo Mollica

Chi ha assistito al corteo storico medievale che ha percorso le strade di Pontorme in occasione dell’ultima edizione di “Pontorme in festa” avrà senz’altro notato la presenza tra i figuranti in costume d’epoca di un curioso personaggio in abito cardinalizio. Si trattava del Cardinale Laborante che il georgofilo Emanuele Repetti nel suo Dizionario geografico fisico storico della Toscana ricorda come uno degli «uomini illustri» nativi di Pontorme che «fiorì nel secolo XII, e di cui sebbene non si conosca il casato, si sa peraltro a confessione sua, ch’egli era nativo di Pontormo». Leggi tutto

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L’ex casa del fascio di S. Maria a Ripa – Parte seconda

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L’inaugurazione

La costruzione fu completata nell’arco di due anni con le modalità previste dal progetto, tranne che per la finestra a sinistra dell’accesso sul fronte principale, che andava a sostituire una porta. L’inaugurazione, in perfetto stile fascista, avvenne il 29 ottobre 1932 e di essa troviamo la descrizione sulla cronaca di Empoli de «La Nazione». Da essa si apprende che il finanziamento dell’opera si deve al Marchese Guido Baldo Pianetti e al contributo di numerosi soci. Tra il 1930 e il 1933 infatti furono rilasciate e firmate dal presidente Italo Taddei un centinaio di “azioni” o certificati di sottoscrizione per la costruzione dell’edificio, del valore di 25 lire ciascuna. Leggi tutto

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