Siamo giunti alla conclusione del giallo storico al centro del “giro con delitto” che si è svolto il 4 luglio scorso. Con la pubblicazione della terza e della quarta, e ultima, parte termina la storia dell’omicidio di Matteo Marchetti.
Ne approfittiamo per augurare a tutti voi serene vacanze, ci rivediamo a settembre!
Terzo intermezzo
Storia di un povero diavolo
Mi chiamo Jacopo di Giovanni di Marco Tacchelli, abito all’interno del castello di Empoli, appartengo al popolo della collegiata di Sant’Andrea e sono un maniscalco. Mio nonno veniva da Firenze, io sono nato qui e sono integrato all’interno di questa terra. I miei figli vorrebbero andare a Livorno, nella nuova città di cui si parla come del Nuovo Mondo, manco fossero le Americhe. Ma a me piace stare qui, perché in questa stretta strada ho la mia bottega e la mia vita. A me, il mio lavoro mi piace. Il mio martello crea tutto il giorno una musica soave che si spande nella via come il suono delle campane. Quando poi metto il ferro nell’acqua mi piace sentire lo stridio del metallo caldo che sembra dimenarsi come un demonio a contatto con l’acqua santa, fino a immobilizzarsi nella forma che gli ho impresso con la forza del mio braccio. Quando il tempo lo permette, come oggi, esco fuori dalla mia bottega buia e calda e mi godo l’aria fresca, il sole e anche la pioggia, se è quella della primavera o dell’estate. Qualcuno mi definirebbe un brav’uomo, uno che ha sempre fatto il suo dovere, che ha lottato con la vita, vincendo a volte, spesso perdendo. Un naufrago che riesce a tenersi a galla in un mare in tempesta, un peccatore che alla fine riesce a redimersi. Ho avuto alti e bassi, gioie e dolori, come tutti noi. Alla fine, tuttavia, Nostro Signore mi ha sempre aiutato e io sono riuscito a tirare avanti.