Un primo intervento di regolarizzazione dell’area del Campaccio si ebbe nel 1839 con il prolungamento, oltre le mura castellane, di via del Giglio, poi ribattezzata via S. Carlo, al fine di creare un collegamento diretto con la nuova Strada Regia Pisana (l’attuale tratto di via Rosselli), e l’abbattimento di un ampio tratto delle mura orientali, compresa Porta Fiorentina. Prese forma così la prima grande piazza fuori la terra murata empolese.
Nel corso degli anni ’40 dell’Ottocento furono redatti dall’ingegnere circondariale Giovanni Veneziani ben due progetti destinati a riqualificare l’area, nel tentativo di conciliare la richiesta di decoro della nuova città borghese e le esigenze dettate dallo svolgimento di importanti mercati e fiere. Un primo progetto prevedeva la costruzione di una piazza con al centro una monumentale fonte coronata da un obelisco. Alcuni progetti successivi proponevano, invece, di realizzare un edificio con loggiato ‘da destinare all’uso del mercato’ lungo il lato orientale della piazza cui doveva accompagnarsi la creazione di appositi spazi per la compra-vendita di pollame e suini (W. Siemoni, L’immagine della città, in Empoli: città e territorio. Vedute e mappe dal ‘500 al’900, Empoli 1998, pp. 137-140). Questi interventi non vennero mai realizzati e il nuovo piazzale San Carlo, come fu denominato d’ora in avanti il Campaccio, continuò ad essere utilizzato per il ‘mercato del bestiame vaccino, suino, pecorino e cavallino’ (ivi, p. 138).