Lo avevamo annunciato, ed oggi siamo qui a dare seguito ai nostri propositi: come promesso, stiamo per iniziare la pubblicazione anche su www.empoliestoria.it dello Stradario Storico Empolese. È per noi un evento significativo, che apre una lunga serie di articoli dedicati alle vie del centro della nostra città. Per gentile concessione della redazione della rivista Quaderni d’Archivio, pubblicheremo sul web a cadenza grosso modo settimanale, dedicando un’uscita a una strada, a una via, a un luogo, a una piazza. Vorremmo però che il pubblico dei nostri lettori interagisse con noi, magari – perché no – suggerendoci anche quali vie vorrebbero veder affrontate prima di altre. La ricerca dalla quale trae spunto la pubblicazione che andiamo ad iniziare è stata pubblicata, dopo mesi e mesi di indagini condotte da un team di studiosi in vari fondi archivistici, proprio sulla nostra rivista Quaderni d’Archivio, nel numero 4. E in questa sede corre l’obbligo di raccontare come è nata. Quando la redazione, all’indomani della presentazione del terzo numero della rivista, si riunì e ognuno mise sul tavolo le proprie idee per cominciare a pensare al quarto, ne emerse una tanto interessante quanto ardita. Era la più interessante, anche lì per lì non ci furono dubbi per nessuno, ma i timori di non riuscire a centrare l’obiettivo suscitarono tanti interrogativi. Pochi avevano scritto sul tema, soprattutto nell’empolese. E gli studi più recenti erano datati e di scarsa utilità: c’era bisogno di aria nuova. E siccome le sfide ci piacciono, abbiamo intrapreso senza esitazione la strada più difficile. Il tema di cui stiamo parlando è la toponomastica in generale e in particolare l’odonomastica storica. Naturalmente empolese. L’obiettivo ambizioso fu da subito quello di lavorare per realizzare un primo stradario storico empolese, e siamo partiti da lontano, dal Medioevo. Non è un caso che ad aprire il quarto volume dei quaderni sia poi stato il saggio di Franca Bellucci dal titolo “Possibili interrogativi nel rapportarsi alla toponomastica”, una corposa introduzione metodologica, densa e aggiornatissima dal punto di vista bibliografico. A seguire, il saggio di Vanna Arrighi, “Fonti per l’odonomastica empolese”, affrontava il Medioevo e l’odonomastica antica attraverso le fonti come i catasti e la decima. Ricchissimo l’apparato di documenti di base di questo studio. Nel filone medievale e con legami stretti con una serie di studi precedenti, Marco Frati, con “Odonomastica di Empoli Nuovo (secoli XII-XIV). Gnosi e problemi”, completava alcuni percorsi di ricerca su Empoli iniziati da tempo, proponendo una nuova ricostruzione della stratificazione urbanistica del castello empolese con i relativi odonimi. Il saggio più voluminoso e caratterizzante dell’intera serie di studi realizzata in questo numero è un pezzo a otto mani, che vede come autori Vanna Arrighi, Elisa Boldrini, Chiara Papalini e Gabriele Beatrice; eloquente il titolo che contiene anche gli obiettivi del contributo e del volume: “I nomi di vie e piazze per la storia della città: il progetto per la realizzazione di un primo stradario storico Empolese”. Lo “stradario storico”, con l’elenco alfabetico delle strade, “certificate” dalle fonti documentarie consultate, completa il saggio, che raccoglie una grande quantità di informazioni preziose e talvolta inedite, mettendo a disposizione dello studioso, dell’interessato e anche di chi per semplice e sana curiosità voglia avvicinarsi allo studio dei nomi dei luoghi e delle vie cittadine chiedendosi le ragioni di una denominazione piuttosto che di un’altra, un apparato importante di studi approfonditi e una congerie di voci ragionate piuttosto inusuale. Centotrentasei voci primarie relative a Empoli e una serie innumerevole di denominazioni susseguitesi nel corso dei secoli sono la degna chiusura di un saggio destinato a mio avviso a divenire una pietra miliare sul tema. L’idea è quella, strada facendo e con la dovuta calma, di pubblicarle tutte anche qui.
Tag: Stradario Storico Empolese
Una nuova via per la città borghese: via Leonardo da Vinci a Empoli
Nei primi anni del secolo scorso l’amministrazione comunale empolese pensò a riorganizzare l’ampio quartiere sorto intorno agli insediamenti monastici delle suore benedettine della SS. Croce e dei frati agostiniani di S. Stefano, stretto tra le mura castellane, via dei Neri e via S. Benedetto, ora via Ferrucci.
Fulcro del progetto di riqualificazione fu l’apertura di una nuova strada, la futura via Leonardo da Vinci, che avrebbe messo in diretta comunicazione via Cavour con via Giuseppe Del Papa, previo abbattimento del corrispondente tratto delle mura castellane, ricalcando e ampliando il tracciato del vecchio vicolo del Poggini. Quest’ultimo era uno stradello assai frequentato e di indubbia utilità poiché permetteva un rapido collegamento tra via dei Neri e via G. Del Papa all’altezza del convento delle monache vecchie e del canto Pretorio, ma versava da tempo in pessime condizioni igieniche che necessitavano di un pronto intervento.