Nel corso dell’Ottocento ad Empoli, in continuità con la tradizione, per le festività più solenni tra aprile e settembre si organizzavano corse ippiche, occasione di svago e divertimento per la popolazione empolese, ma anche di scambi commerciali e di proficue relazioni politiche e sociali. Le corse, in cui i cavalli erano messi a disposizione dai proprietari, si svolgevano prevalentemente nelle strade del centro cittadino di Empoli e comportavano grossi problemi di gestione, di sicurezza e decoro, oltre che un complesso ripristino dei luoghi. Nella “angusta e principale nostra via del Giglio l’uso deplorevole delle corse dei barberi [era] occasione quasi sempre di gravi timori e disgrazie”; diviene quindi sempre più necessario individuare un’area situata al di fuori del centro di Empoli, da dedicare anche ad altre feste e manifestazioni, in modo da rendere più ordinato e sicuro il passeggio in città.
Nel 1879 ad Empoli inizia il processo che porterà alla costruzione di una “pista” dedicata appositamente alle corse di cavalli,e anche alla istituzione formale della Società delle corse.
In tutta Italia, già dagli anni trenta dell’Ottocento, sorgono numerose società private per le corse dei cavalli, le quali riescono a superare le difficoltà di gestione incontrate dall’amministrazione comunale, e a distinguere gli eventi da loro organizzati dall’immagine di una tradizionale festa popolare. I comuni comprendono come l’operare di una società privata permetta la raccolta e la gestione autonoma di risorse economiche e materiali, e alle società sono spesso affidate, oltre alla costruzione dei palchi, anche il controllo del traffico delle strade interessate, l’istituzione del servizio d’ordine e di intervento sanitario in caso di incidenti, nonché la raccolta delle iscrizioni, la gestione delle scommesse e l’elargizione dei premi.
Le prime corse col guidatore ad essere organizzate sono quelle a galoppo, nelle quali si utilizza un cavallo che viene montato da un fantino, e solo successivamente, si diffondono anche le corse a trotto, in cui il guidatore siede su di un piccolo calesse a 2 ruote (sedioli o biroccini), attualmente detto sulky.
Ad Empoli, il primo atto ufficiale relativo alla nascita di questa nuova realtà è l’accoglimento da parte del Consiglio Comunale, nella seduta del 14 maggio 1879, dell’istanza presentata dai Consiglieri Comunali Emilio Del Vivo, Giovanni Comparini e Giuseppe Montepagani in cui si chiede “il più completo assetto della piazza grande detta del mercato, per renderla adatta a mercati, fiere di bestiame, pubblici spettacoli, corse di cavalli alla tonda”, la futura piazza Umberto I, oggi piazza Matteotti.
L’istanza raccoglie i consensi dell’amministrazione comunale, ben consapevole che le “corse di cavalli alla tonda” con “fantini e sediolo”, erano sempre molto apprezzate dalla popolazione, con vantaggi proficui “per tutta la comunità ed in grado di incentivare lavoro e commercio”.
Il Municipio, nei mesi successivi, si rivolge a molti comuni che avevano già legiferato in materia di corse di cavalli per ricevere regolamenti, statuti, esempi di gestione per decidere quale percorso attuare. Contemporaneamente si lavora alla istituzione di un soggetto privato, la “Società per le corse in tondo nel nuovo piazzale del mercato sull’Arno”.
Il 26 giugno 1880, il Comune approva gli atti ufficiali per destinare la nuova piazza del mercato a servire da “anfiteatro per lo spettacolo delle corse a fantino e biroccino o sediolo, in occasione della fiera annuale e in altre circostanze” e per concedere alla neonata Società delle Corse la possibilità di costruire, a proprie spese, “palchi e paracinte per realizzare un circo e un anfiteatro”. Una concessione gratuita che avrà la durata di 20 anni, prorogabile.
E in occasione dell’annuale fiera di fine settembre del 1880 le corse di cavalli “a sediolo” e “a fantino” si svolgeranno all’interno della nuova pista, recintata e circondata dai palchi per il pubblico.
© Stefania Terreni e Elena Mostardini
by