13 febbraio 1945 – 13 febbraio 2021
Ho condiviso con il giovane storico Daniele Lovito i ricordi di alcuni “volontari della libertà” partiti da Empoli il 13 febbraio 1945, perché a sua volta li utilizzasse inseriti in un più ampio contesto storico.
Ne ho conosciuti molti, per motivi di lavoro, in occasione dei loro raduni regionali e dei loro incontri annuali. La prima volta nel febbraio 1995, erano ancora in molti, e poi ogni cinque anni, con numeri sempre più defilati.
Ricordo con affetto e anche con ammirazione quelli di loro che hanno ricoperto la carica di Presidente dell’ANPI di Empoli: Aldo Giuntoli, Mauro Salvadori, Gianfranco Carboncini, ma mi vengono alla mente anche gli altri, ognuno con la propria individualità, ma tutti ancora legati a quella esperienza fondativa.
L’ultimo che ho avuto occasione di salutare poco prima che se ne andasse,è stato Renato Tosini, di 97 anni. Una lunga chiacchierata insieme al pozzalese Mauro Arfaioli, che mi avevaaccompagnato. Lucido e ancora ben presente, anche se fisicamente provato, ci raccontò le cose salienti della sua vita, del lavoro, ma soprattutto sulla sua esperienza di “volontario” nella guerra di liberazione e sui forti legami che si erano mantenuti con i commilitoni.
Poco tempo dopo la sua morte c’è stato un contatto con la figlia, che aveva trovato qualche documento lasciato dal padre e, generosamente, lo metteva a disposizione dell’archivio storico, che andava ad arricchire le testimonianze che via via sono arrivate su questo periodo storico.
Poche carte, tutte relative all’esperienza dei CVL, tra cui una “memoria”indirizzata ad un amico (Siro Giani) in procinto di scrivere la propria biografia, poi pubblicata nel suo libro. L’estensore è Alfonso Bini, ma molti altri lo hanno aiutato a ricomporre gli eventi: Dario Calamassi, Luigi Falorni, IaresMaestrelli, Athos Nucci, Giovanni Palagi, Danilo Sani, Renato Tosini e Mauro Salvadori.
Questo l’inizio: “Non sarà una memoria fatta di date precise e di precisi itinerari, ossia di numeri, che questi li lasciamo agli storici ed ai contabili, ma una raccolta di sensazioni in incontri con persone appena conosciute e subito certi di un’amichevole coesistenza che sarebbe durata fino al termine della guerra ed anche oltre, come poi è realmente accaduto in un coacervo di cose che nella vita accadono una volta e non si ripetono, lasciando in noi ricordi piacevoli, anche se vissuti nella noia degli addestramenti e nel rischio del combattimento al quale volontariamente e volentieramente partecipammo”.
Vi si ricorda la partenza dei 530 volontari dall’area empolese, sui Dodge forniti dagli Inglesi, la partecipazione popolare, gli entusiasmi, il disagio del viaggio… “Questa memoria parte dall’arrivo a Cesano a Roma al campo di addestramento sulle armi inglesi e dalla conseguente immediata nascita della camerata Gosto in libera, non preordinata, né prestabilita formazione con la simpatia generata dall’istinto animale che si manifesta in ciascuno di noi nei momenti di necessità, al di là del ragionamento che poi seguirà, che fa sì che gli individui leghino in spontanea collaborazione” e si conclude con il loro ritorno a Empoli.
Stefania Terreni
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