La chiesa dei Cappuccini di Empoli. Restauri e ricostruzioni tra ‘800 e ‘900

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I restauri della chiesa 1903- 1906

Interno della chiesa di San Giovanni Battista, complesso dei Cappuccini, Empoli

Si devono alla vigorosa azione del padre guardiano del convento Angiolo Maria da Montevarchi gli importanti lavori di rinnovamento/riconfigurazione dello spazio ecclesiastico nelle forme e qualità pervenute fino all’oggi, nonché di aggiornamento degli ambienti conventuali.

Le condizioni della chiesa vengono descritte nelle memoriestilate dallo stesso religioso (Archivio della Provincia Toscana dei Cappuccini di Montughi, 853, Ricordi maggiori, 1903-06), che non mancava di sottolineare l’urgenza dell’intervento, perché la chiesa si presentava con “il tetto indecente, il Sancta Sanctorum ristretto, la niuna simmetria delle cappelle, il cattivo stato di tutto il locale”. A fronte di una previsione di spesa pari a £ 707 necessarie per il restauro del “tetto della chiesa, della sacrestia e cappelle e loro riquadrature” ed alla constatazione che comunque “il locale ne sarebbe rimasto tuttavia incomodo” prendeva corpo il progetto di “un più ampio lavoro e di una più larga e completa sistemazione della chiesa”, reso possibile anche dalla maggiore disponibilità economica (£ 5000) frutto di una “sommaria questua” fra i cittadini.

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Ottenuto l’assenso della Congregazione dei Predicatori, il 23 maggio 1904 veniva inoltrata all’Amministrazione comunale di Empoli la richiesta di permesso per l’esecuzione dei lavori (il 16 agosto 1904); i lavori eseguiti dal capo maestro muratore Leandro Maestrelli potevano iniziare con la direzione del padre Angiolo Maria da Montevarchi.

La descrizione puntuale dei lavori permette la individuazione delle sostanziali modifiche apportate all’immobile ed all’allestimento e immagine dello spazio sacro (Archivio della Provincia Toscana dei Cappuccini di Montughi, 854, Ricordi Minori,cc. 9-11v). Di fatto la chiesa conobbe un significativo ampliamento con il prolungamento del coro, dopo la demolizione del tramezzo che lo separava dal Sancta Sanctorum, mentre il corpo longitudinale veniva arricchito da cappelle (3 per lato) di cui le tre del lato sud edificate ex novo, occupando parte del chiostro conventuale. Un ulteriore ampliamento interessava la sacrestia da cui si accedeva al coro e alle cappelle e non ultima si modificava la disposizione del “lavamano” a fianco del coro sul lato sud.

La carpenteria lignea del tetto come tutte le opere in legno (serramenti) erano interessate da un completo rinnovamento con raschiatura e coloritura. Fra le opere in legno riveste particolare interesse la realizzazione di due altari che andavano ad arricchire le cappelle, perpetuando una significativa soluzione adottata dai padri cappuccini per le loro chiese.

Infine a completamento della nuova facies dello spazio sacro intervenivano le decorazioni pittoriche della volta eseguite da Gaetano Ciampolini da San Miniato su disegno di Leto Chini, esponente della famiglia di decoratori di Borgo San Lorenzo noti per le innovative soluzioni del repertorio figurativo e coloristico.

Così “dalla vecchia chiesa ormai indecente ne sorse una nuova elegante, svelta, che dal pavimento a mattonelle bianche e nere (ditta Nannelli e C. di Empoli) al soffitto di travi riquadrate artisticamente attira e ferma lo sguardo del visitatore e piace in gran parte per l’arte semplice ma non priva di ornamenti che in quella risplende”.

Nei giorni 26-29 ottobre 1905 ebbero luogo i festeggiamenti per la conclusione dei lavori e l’inaugurazione della “nuovissima” chiesa.

Se è vero che la chiesa era stata completamente rimodellata raggiungendo una simmetria di impianto (aula longitudinale con tre cappelle per lato, terminazione absidale) ed un adeguato aggiornamento figurativo dello spazio sacro, una nuova stagione di lavori promossi dal padre guardiano Stanislao da Montecchio negli anni ’20 del ‘900 ne attuava il significativo completamento con la sistemazione dei piani pavimentali delle cappelle e della sacrestia, la “riquadratura” del coro e delle volte, la pittura delle cappelle “più antiche” eseguita dal pittore/decoratore Luigi Morelli empolese.

G.C. Romby       ©riproduzione riservata

(2 – fine)

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