Il primo agente a cui la documentazione dell’archivio comunale si riferisca come Guardia municipale fu Pietro Frosini che fu collocato a riposo nella prima adunanza della Giunta comunale il 17 luglio 1865 e sostituito con la nomina di due Guardie provvisorie. Il 13 giugno 1865, il Consiglio aveva deliberato le Istruzioni per il Servizio delle Guardie Municipali di Empoli in 25 articoli. Il primo articolo fissò il numero delle guardie in tre.
Una di esse era il Capoguardia. In seguito la questione fu riesaminata e nel Regolamento del 1881 si parlò di Brigadiere. Questo titolo, a sua volta, sostituiva quello di Caporale. In seguito, accanto al Capoguardia fu introdotta la figura dell’Ispettore.
Nel 1914, complice uno stanziamento del bilancio già previsto nel 1913, venne creato un quarto posto di Guardia municipale. I concorrenti al posto furono soltanto due ed il vincitore risultò Luigi D’Oronzo, proveniente proprio dalle guardie di città fiorentine. Il D’Oronzo però, arruolato come fante nella Grande Guerra, fu dichiarato irreperibile e presunto morto fino dall’ottobre 1917 e l’amministrazione comunale indisse un nuovo concorso nel 1920, anche in considerazione del fatto che le altre Guardie comunali erano di età molto avanzata.
Le richieste di potenziamenti dell’organico divennero più frequenti negli anni seguenti la Grande Guerra, fino a che nel 1931 il personale consisteva di sei guardie agli ordini di un ispettore. Due anni più tardi, invece, il servizio di polizia era svolto da due elementi con la qualifica di appuntato, 4 vigili, 8 agenti annonari ed un “vigile urbano e sanitario”. La figura del brigadiere rimase a capo del Corpo e un altro documento del 1937 ci consente di stabilire che a quell’epoca l’organico a lui sottoposto consisteva di sei Agenti e una Guardia.
Il 13 maggio 1939 fu quindi adottato un nuovo Regolamento, in virtù del quale furono assunti, con concorso e per la durata di un triennio, due allievi. Rinforzato il personale di livello più basso, toccò ai graduati. Il 25 ottobre 1939 si dispose che Corpo dei Vigili Municipali, oltre il comandante istituito per organico, disponesse di altro elemento investito delle funzioni di Aiutante, coll’incarico di coadiuvare ed occorrendo supplire il Brigadiere.
L’aiutante avrebbe dovuto essere reclutato attraverso un concorso interno. Un altro allievo fu reclutato per concorso nel 1941, quando il paese era ormai in guerra. E forse lo stato di guerra in cui si trovava il paese non fu indifferente alla scelta, compiuta nello stesso anno, di riorganizzare il corpo nel senso di conferirgli un assetto organizzativo che mutuasse alcuni aspetti di impronta militare. Con l’aggravarsi della situazione bellica divenne sempre più evidente, in merito soprattutto agli approvvigionamenti e al controllo preventivo di eventuali contestazioni contro la guerra ed il regime, la necessità di disporre di altre figure dotate di una certa quota di autorità. E non bisogna dimenticare che le forze di polizia locale erano state militarizzate.
Sulle contingenze belliche non sono stati reperiti documenti. In città si ricorda che il rastrellamento compiuto tra i dipendenti della vetreria «Taddei» allo scopo di inviare personale nelle industrie tedesche ebbe degli strascichi giudiziari tra la fine del 1945 e l’inizio del 1946. La Commissione per l’epurazione infatti valutò e sottopose a giudizio anche la posizione dei membri del corpo di Polizia Municipale sui quali convergevano alcune testimonianze in merito alla partecipazione, o alla supina accettazione, di comandi che portarono al rastrellamento.
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