Un vicolo della vecchia Empoli ormai scomparso: il vicolo del Poggini

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vicolo poggini selez
Nel riquadro in rosso è evidenziata l’area in cui si estendeva il cosiddetto ‘vicolo del Poggini’ (ASFi, Catasto 1820)

Le carte del nostro archivio comunale offrono in modo spesso inaspettato qualche curiosa informazione utile a restituirci l’immagine vivida della vecchia Empoli, tra vicoli e chiassuoli ormai scomparsi.

Recentemente ci siamo imbattuti in una minuta datata 16 aprile 1901 nella quale si fa riferimento ad “uno stretto ed antico chiassuolo” con ogni probabilità da identificare con il vicolo detto del Poggini.

A questo stradello interno alla terra murata di Empoli è stata dedicata una voce dello Stradario storico empolese, recentemente pubblicato sulle pagine della rivista «Quaderni d’Archivio» dell’associazione Amici dell’archivio Storico di Empoli (IV, 4, 2014, p. 75), nella quale è segnalata la presenza della via in un elenco di strade comunali redatto nel 1868 come collegamento “dalla via S. Agostino [attuale via de’ Neri] alla via Ferdinanda [attuale via G. Del Papa]”. Come ricordato nello Stradario, il toponimo che identificava il vicolo traeva origine dal nome della famiglia Poggini proprietaria di uno degli edifici confinanti con la stretta via, con affacci sull’allora via della Monache di Santa Croce (tratto occidentale dell’attuale via de’ Neri) e via Ferdinanda, e già attestato nella Decima granducale del 1776.

Ora il documento del 1901 reperito nel nostro archivio storico fa riferimento all’opportunità offerta all’amministrazione comunale di Empoli di poter acquistare ad un prezzo assai vantaggioso l’immobile di proprietà Rigatti che fiancheggiava per tutta la sua lunghezza un antico chiassuolo, corrispondente al vicolo del Poggini, in modo da poter procedere all’ampliamento della strada che collegava via dei Neri con via via G. Del Papa, in raccordo con l’abbattimento di un tratto delle mura meridionali del castello. Si tratta in poche parole dei primi passi verso la realizzazione della futura via Leonardo da Vinci per la quale non era stato ancora definito un progetto.
Le parole del documento chiariscono al meglio le condizioni in cui versava lo stradello e i motivi che spingono l’amministrazione comunale a procedere alla sua sistemazione:
[casa Rigatti] fiancheggia per tutta la sua lunghezza uno stretto ed antico chiassuolo, frequentatissimo dal pubblico perché pone in comunicazione assai centrale le due vie G. Del Papa e dei Neri; e tale frequenza si è resa maggiormente necessaria e notevole da che nell’ex conv. delle Bened.[ettine] situato nella 2° di dette vie furono collocati i pubblici uffici dell’Agen. Delle Tasse, del Demanio e della esattoria. (…) da lungo tempo era stata sentita la necessità di sostituire [?] al sudd. Chiassuolo, che è un orinatoio (per dire il meno) continuato per tutta la sua lunghezza una strada per la migliore e più comoda comunicazione tra le 2 principali vie, espropriando a tale scopo la casa Rogati. […] Per l’apertura della nuova strada in sostituzione del chiassuolo, non esiste alcun progetto, che sarà presentato a suo tempo, dovendo coordinarsi all’apertura di altra via a traverso questa (…) (…); ma frattanto tenuto conto dell’occasione della vendita all’asta, l’acquisto della casa si è imposto per ragioni di economia, poi (…) di salute pubblica e di moralità poiché la casa suole esser abitata da persone di mala affare ed il chiassuolo (…) come ricettacolo d’immondizia e (…) per atti osceni (ASCE, carteggio 1901, cat. 5, cl. 1, fasc. 6).

Elisa Boldrini

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