Come la vicina piazza ‘dei leoni’, anche l’attuale piazzetta della Propositura (così citata in ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco strade comunali […]», inizi sec. XX; ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco delle vie, viali, piazze, vicoli compresi nel territorio del comune di Empoli», 1936; M. Bini, Un po’ di odonomastica locale in chiave storica, «Empoli», a. 7, n. 1 (1966), p. 63), la piccola piazza antistante i locali della propositura di S. Andrea, a fianco della Collegiata, fu sede di mercato. In particolare vi si vendeva l’olio, tanto che per lungo tempo fu denominata piazza dell’olio, toponimo già attestato alla fine del ‘700 (ASFi, Decima 5575 c. 1217 v). A questo si era aggiunta, fin dall’inizio del XIX secolo, la vendita di erbaggi cosicché nelle carte catastali del 1820 lo slargo risulta descritto come piazza dell’erba (ASFi, Catasto Generale Toscano, Empoli sez. D, 1820). In epoca successiva, insieme alla vendita dell’olio, vi si tenne anche un piccolo mercato ittico, da cui derivò il nome di piazza del pesce (ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco strade comunali […]», 1868: «Piazza del Pesce, di fronte alla Propositura»; ASCE, Regolamenti comunali 1, Allegati al Regolamento di polizia municipale per il Comune di Empoli, 1867). La piazzetta della Propositura comunicava, come ancora oggi, attraverso uno stretto vicolo con l’allora via Ferdinanda, attuale Del Papa. Fino agli anni dell’ultimo conflitto, il vicoletto era sormontato da un arco a motivo del quale era registrato nell’elenco delle strade interne del comune di Empoli nel 1868 come Arco del Dazzi (ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco strade comunali […]», 1868: «Arco del Dazzi. Dalla piazza del Pesce alla via Ferdinanda»), dal nome dell’omonima famiglia proprietaria dell’immobile con questa struttura. Il canonico Figlinesi ricorda più volte i Dazzi come mugnai, pizzicagnoli e legnaioli provenienti da Peretola (E. Figlinesi, Notizie di famiglie empolesi, a cura di M. Bini, «BSE», II, VI, n. 5, 1962, n. 845) e proprietari di una casa in piazzetta della Propositura, ove era appunto l’arco, prima appartenente ai Sandonnini (ivi, n. 761).
Muovendoci, invece, verso piazza Farinata incontriamo piazzetta San Giovanni, il cui odonimo è ufficialmente utilizzato nel XIX secolo a identificare l’area di fronte al battistero della Collegiata intitolato al Battista (ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco strade comunali […]», 1868: «Piazza S. Giovanni di fronte al Battistero»). La ristretta area doveva coincidere anche con la cosiddetta piazzetta delle prigioni, documentata nel ‘700 insieme all’omonima via (ASCE, Preunitario, Comunità 80, pubblicata in L. Guerrini, Ricerche su l’affermazione e lo sviluppo dell’economia empolese nel Rinascimento: 1429-1528, Firenze 2003: «via dietro le prigioni»; «Piazzetta delle Prigioni»). Entrambe traevano il nome dalla presenza delle carceri all’interno dei locali del Palazzo Podestarile, poi Pretorio, ristrutturate e ampliate nella seconda metà dell’Ottocento.
Elisa Boldrini © riproduzione riservata
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