Tra le principali arterie del centro cittadino, parallela a via del Giglio, via Giuseppe Del Papa e via dei Neri, via Chiara è una delle vie che ha conservato con maggior costanza il proprio nome nel corso dei secoli. Attestata nei documenti fin dall’inizio del XV secolo, la via prese forma nel corso del ‘300 come direttrice est-ovest del Borgo Nuovo sorto a Nord del castellare empolese.
L’origine del nome, come suggerisce Frati (Odonomastica di Empoli (secoli XII-XIV). Gnosi e problemi, «Quaderni d’Archivio. Rivista dell’Associazione Amici dell’Archivio Storico di Empoli», IV, 4, 2014, p. 25), rimanda all’ariosità e luminosità conferite dalla larghezza della via e dal suo andamento rettilineo, regolare, significativamente in contrapposizione con la parallela via Ombretta (oggi via dei Neri) nella parte meridionale della città.
Nei dintorni di via Chiara si concentrarono le attività conciarie e tintorie con le relative canalizzazioni fognarie, necessarie allo smaltimento dei liquami, e connessi problemi di carattere igienico-sanitario. Come messo in evidenza da Gabriele Beatrice (Dalla concia al caffè: via Chiara da strada industriale a luogo di conversazione nobiliare, ivi, pp. 89-101), nel corso del Sei-Settecento la via fu oggetto di una vera e propria – ‘riqualificazione urbana’ diventando “il fulcro della vita mondana e dei riti imposti dalle nuove mode della conversazione e della sociabilità” grazie alla presenza delle abitazioni di alcune delle più illustri famiglie cittadine, a partire dai Falagiani. Nella prima metà dell’Ottocento è documentata l’identificazione di un tratto di via Chiara con via delle Monache, dall’incrocio con l’attuale via Marchetti a via Chimenti (ASCE, Preunitario, Comunità 571, «Progetto di un piano generale di lavori riguardanti la Terra d’Empoli, Pianta del castello con indicazione dei fossi cittadini e delle conce», 1830). Un elenco di Strade del 1868 registra via Chiara «dalla via del Corso alla via Chimenti» (ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco delle strade comunali …», 23 marzo 1868). Al proposito si veda anche la scheda di Mario Bini in Un po’ di odonomastica locale in chiave storica, «Empoli», a. 7, n. 1 (1966), pp. 60-61.
©Elisa Boldrini- Riproduzione riservata
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