Chi ha messo piede in un archivio sa quanto può essere frustrante, a volte, il lavoro di uno storico. Possono infatti passare mesi di duro lavoro senza che vengano trovati elementi, o anche semplici tracce, utili per la ricerca che si sta svolgendo. A volte, al contrario, il lavoro di scavo archivistico regala tesori inaspettati. Piccole gemme trovate per caso mentre si sta cercando tutt’altro. È quanto è successo con un documento presente all’interno del fondo “Notarile Moderno” dell’Archivio di Stato di Firenze (ASF, Notarile moderno, protocollo 20827, c. 87r).
Spulciando le filze dei notai empolesi, in mezzo ad accordi commerciali, vendite di beni immobiliari, stime di beni e monacazioni di fanciulle, è apparsa una presentazione di procuratori abbastanza particolare. La presentazione di procuratori era un atto molto comune: consisteva nell’indicare al notaio un soggetto terzo che, in un affare o in una disputa, agisse per l’interessato. Non è quindi l’atto in sé ma il suo contenuto ad essere fonte di interesse.
Il 26 aprile 1686 Simonfulvio Falagiani, cavaliere di Santo Stefano di Empoli, indicava come suoi procuratori i fratelli Pietro Paolo e Sebastiano per “promettere in nome suo al Signor Marchese Girolamo Antici da Recanati” la loro comune sorella di nome Isabella Maria Romola. I Falagiani si sarebbero dovuti impegnare a fare “ogni scritta tanto pubblica che privata et ogni atto necessario”per le nozze e obbligarsi a versare al Marchese “tutta quella dote che tra di loro accorderanno e concorderanno e fare terminare e terminare gli sponsali con tutte quelle cose che per tale atto fossero e potessero essere necessarie”.
Il fatto curioso e che qui interessa maggiormente è legato al nome dello sposo. Il cognome Antici, il titolo di marchesi e la provenienza dovrebbero far suonare più di un campanello di allarme in coloro che conoscono la storia letteraria italiana. Il marchese Girolamo, futuro sposo di Isabella Falagiani, apparteneva alla medesima famiglia in cui sarebbe nata Adelaide, madre di Giacomo Leopardi. La donna, nata a Recanati nel 1778 andò in sposa a diciannove anni al conte Monaldo Leopardi e nel 1798 partorì Giacomo. Dal momento in cui non sono stati trovati altri documenti relativi a una possibile rottura degli accordi, sembra ragionevole pensare che il matrimonio tra Isabella Falagiani e Girolamo Antici si sia effettivamente celebrato, visto anche il carattere ultimativo del documento preso in esame.
Il titolo di cavalieri e la frequentazione del mondo dell’Ordine stefaniano, al quale anche gli Antici appartenevano seppur sudditi del Pontefice, avevano permesso l’unione di una famiglia empolese di parvenu con una delle più illustri famiglie marchionali dello Stato della Chiesa. I Falagiani proprio in quegli anni erano riusciti a diventare cavalieri di Santo Stefano dopo aver creato una ingente fortuna con il commercio e la manifattura tessile. Seppur appartenenti alla piccola nobiltà toscana, erano ancora impregnati di un’anima bottegaia che risaltava nel coevo mobilio della loro casa posta in via Chiara, dove le stanze erano arredate in maniera spartana e essenziale. Chissà, dunque, se il carattere severo austero ed intransigente, in tema di risparmio ed economia domestica, con cui ci viene presentata Adelaide in tutte le antologie non le provenisse dalla trisavola empolese!
Una piccola parte di uno dei più grandi poeti italiani, amato o odiato da generazioni di studenti e docenti, potrebbe essere dunque legata a Empoli. Isabella andava in sposa a Girolamo un secolo prima che nascesse il poeta: potrebbe essere, quindi, la sua quadrisavola.
articolo di Gabriele Beatrice
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