Il primo e più visibile segnale che il Comune democratico eletto il 31 marzo 1946 nasceva nel segno dell’antifascismo militante doveva venire ovviamente dalla scelta del sindaco.
Gino Ragionieri, artigiano, era stato condannato a 12 anni di carcere dal Tribunale speciale nel 1939, perché membro della vasta organizzazione comunista toscana scoperta nel luglio 1938. Scarcerato nel 1943, alla caduta del fascismo, dopo l’8 settembre – cercando di sfuggire ad un’azione di rastrellamento compiuta dai fascisti del Commissario Todini, fu ferito gravemente e catturato. Nella speranza di farlo parlare fu trasportato all’ospedale di Firenze e operato d’urgenza. L’intervento chirurgico riuscì, ma pochi giorni dopo Ragionieri, se pure sorvegliato a vista, fu liberato da una squadra di GAP fiorentina. Entrò poi nel movimento partigiano.
Segretario della prima sezione del Partito comunista ad Empoli, fece parte della Giunta provvisoria nominata dal CLN. Ed era già sindaco provvisorio dal marzo 1945, dopo le dimissioni di Pietro Ristori.
In Giunta, tra assessori effettivi e supplenti affiancarono il sindaco comunista tre socialisti, un azionista e due comunisti. Due socialisti erano esponenti storici molto noti ed apprezzati dalla popolazione, come Bellarmino Paci, già consigliere di minoranza nel 1914 ed assessore nella brevissima amministrazione socialista del 1920, e come il maestro a riposo e noto antifascista Siro Fucini; il terzo socialista era l’artigiano muratore Ermindo Maestrelli, che il regime aveva mandato al confino per attività antifascista.
Il Partito comunista chiamò in Giunta Armido Rosselli, uno dei pochissimi laureati (in Lettere) che militavano nel partito, tra i fondatori della Cooperativa lavoratori del vetro, dove lavorava come impiegato; e Tito Bini, un trentenne membro del gruppo dirigente cittadino e presidente della Cooperativa del popolo. Completava la Giunta l’azionista Ulisse Morelli.
Dopo circa un anno Bellarmino Paci si dimise da assessore e fu sostituito dal giovane compagno di partito e avvocato Giorgio Gambassi. Nel 1948 si dimise anche Maestrelli ed entrò a sostituirlo il comunista Mario Assirelli, anche lui come gli altri due comunisti in Giunta attivamente impegnato nel movimento cooperativo.
I primi passi della ricostruzione: in continuità con il lavoro cominciato dall’amministrazione provvisoria, che aveva operato dal settembre ‘44 al marzo ’46 Ragionieri e la sua giunta si impegnarono nel ripristino delle infrastrutture e dei servizi essenziali che erano andati distrutti, riuscendo nel contempo a risanare il disavanzo ereditato dal 1945 e ad avere il pareggio di bilancio nel 1948.
Gino Ragionieri fu Sindaco fino al 1960.
Carlo Baccetti ©riproduzione riservata
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