Spigolature intorno a personaggi pontormesi: il frate Luca Manzuoli

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Ritratto di Luca Manzuoli da Pontormo, Zocchi Giuseppe disegnatore; Allegrini Francesco, incisore. Arezzo, Fraternita dei Laici, Collezione Bartolini

Rievocazioni storiche e cortei in costume possono contribuire proficuamente alla riscoperta della storia di una comunità, come dimostra ogni anno l’appuntamento con il volo del ciuco e il relativo corteo di figuranti che sfila per le vie del centro di Empoli.

Il corteo storico organizzato in occasione di ‘Pontorme in festa’ ci ha offerto, ad esempio, lo spunto per riparlare di alcuni personaggi poco conosciuti, se non dimenticati, come il Cardinal Laborante, cui si pensava addirittura di intitolare una strada.

Ricalcando le orme di illustri precedenti, pensiamo al paziente lavoro di appassionati cultori di storia locale come Emilio Mancini, che proprio su Laborante ha raccolto le scarne notizie recuperate in alcuni testi classici della letteratura storiografica fiorentina, forse condivise con Fabiani e Comparini che a suo tempo si fecero promotori dell’intitolazione della via, intendiamo oggi riproporvi alcune informazioni su un altro personaggio pontormese, il cardinal Manzuoli. Proprio la consultazione delle carte di Emilio Mancini, gentilmente messe a disposizione dalla figlia Andreina, ha offerto l’occasione per riparlare di questo illustre pontormese del passato. Infatti, quando a suo tempo Mancini ha trascritto la brevissima biografia del Laborante redatta da Giovanni Lami nel suo Hodoeporicon (1741) nei suoi appunti non ha mancato di riportare le poche righe dedicate al monaco Luca Manzuoli, poi vescovo di Fiesole, originario di Pontorme, tra i protagonisti del corteo storico organizzato dall’Associazione Borgo Pontormese.

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E. Mancini, appunti sul cardinal Laborante – Firenze Archivio Mancini

Ripercorriamo la vita del Manzuoli, al quale è stata recentemente dedicata una scheda del Dizionario Biografico degli Italiani (voce a cura di Pierantonio Piatti, 2007), utilizzando la prosa dell’Accademico Colombario Luigi Rigoli (lezione letta nella Società Colombaria il 24 dicembre 1822, ora in La storia di Puntormo d’un Accademico Colombario, «Bullettino Storico Empolese», V (1961), 4, pp. 306-307):

«Mi occorre pure di parlare d’un personaggio illustre del secolo XIV e XV che è Luca Manzuoli, il quale come che ne nascesse nel 1331, ed abitasse nel popolo di S. Lucia di Firenze, come si dice nel suo testamento […] ciò non ostante può dirsi discendente di Pontorme, perché filgliuolo di Manzo, che era di quel Castello. Egli in circa all’età di anni 18 vestì l’abito degli Umiliati nel convento d’Ognissanti di Firenze, ove ottenne la carica di Proposto, e secondo il parere di alcuni, di Vicario Generale della sua Religione in Toscana; ed il P. Richa racconta che più la Repubblica Fiorentina mandollo a Gregorio XII per congratularsi della di lui assunzione al Pontificato. Sparsa la fama della dottrina e della pietà di questo Religioso il suddetto Gregorio creollo nel 1408 Vescovo di Fiesole, e quindi Cardinale di San Lorenzo, in S. Lucia, colla dignità di Legato Pontificio in Toscana. Egli seguitò costantemente a tenersi dalla parte di Papa Gregorio in tempo di Scisma d’Occidente nato nel 1378, motivo per cui credono alcuni, ch’é non durasse ad esercitare gl’impieghi ecclesiastici dopo la deposizione di detto Pontefice eseguita nel Concilio Pisano. Altri poi sono di sentimento, chea riguardo della santità della vita non soffrisse veruna molestia, vivendo in pace fino al dì 14 settembre del 1411, correndo l’anno ottantesimo di sua vita».

Manzuoli fu segnalato dallo stesso Mancini tra gli uomini illustri di Pontorme nel fascicolo de Le Cento città d’Italia illustrate della Sonzogno, Empoli. Granaio della Repubblica fiorentina (Milano, 1924) scritto con Vittorio Fabiani.

Un recente articolo di Laurano Malanchi riporta all’attenzione del pubblico il palazzo pontormese che fu della famiglia Manzuoli, vicino alla chiesa di San Michele («Il Segno d’Empoli», 94/2014).

Segnaliamo, infine, un bel ritratto a stampa del frate delineato da un dipinto più antico da Giuseppe Zocchi e inciso da Francesco Allegrini nel 1768, conservato nella ricca collezione di stampe della Raccolta Bartolini della Fraternita dei Laici di Arezzo.

© Elisa Boldrini – riproduzione riservata

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